lunedì 30 luglio 2012

CORRIERE DI SIENA : 'Il mistero delle sirene della Valdorcia'

PIENZA. Continuano e si infittiscono in questi giorni le domande sul il 'mistero' delle sirene della Valdorcia, dopo l'apertura del museo archeologico di Pienza. Dagli Etruschi ai Cristiani che costruirono le pievi e le chiese romaniche, le sirene si moltiplicano Se ne occupò anni fa il grande studioso Elemire Zolla che abitò a Montepulciano, una volta giunto di fronte alla sirena della Pieve di Corsignano,a suo dire antichissime divinità sopravvissute al tempo. Celebre anche la grande sirena della chiesa romanica di S.Bartolomeo a Montefollonico, la più plastica e affascinante, una vera rarità. Si occupò di queste figure della scultura romanica anche Silvio Bernardini antropologo della scuola di De Martino e ancora tanti altri studiosi. Oggi la questione è rilanciata dalle sirene che compaiono nel nuovo Museo archeologico pientino da poco aperto con la mostra 'Tular-Tolle' , in cui sono esposte urne cinerarie ritrovate vicino a Pienza a Cretaiole, che mostrano una bella sirena in vista, forse la celebre Scilla. Ma anche nelle decorazioni di anse e vasi rinvenuti a Tolle si vedono sirene. Insomma dall'età etrusca a quella cristiana la sirena è presente in valdorcia in corredi funebri e sculture romaniche. Perchè ? La sirena è rappresenata sempre con le sue due gambe pinnate divaricate con bene in evdienza l'inguine femminile inciso ed esibito con orgoglio. Si trova sempre sull'ingresso delle chiese e al centro di una urna cineraria di pietra fetida valdorciana, poi un'ansa di ceramica rinvanuta a poggoo Tolle alla Foce. Quale il significato? Secondo una tarda quanto improbabile interpretazione cristiana, si tratterebbe di un ammonimento ai peccati della carne. Ma questo non ha mai convinto gli studiosi. Piuttosto sembra trattarsi di una rara testimonianza nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo nelle campagne, del culto della fertilità dionisiaca, sopravvissuto nell'immaginario contadino così come le 'ambarvalia' e le ' rogationes', preghiere recitate nella stessa forma sia in latino, sia nell'età pagana che in quella cristiana, come a suo tempo documentò Iris Origo nella sua opera 'Immagini e Ombre'. Così le sirene se ne stanno ancora lì a interrogare i curiosi con la loro posizione 'oscena' ma che oscena non era considerata al tempo della ricercata e celebrata fertilità, umana ed animale. Dunque i riti della fertilità spiegherebbero l'esistenza delle sirene valdorciane dall'età antica all'età altomedioevale. Per la Valdorcia una curiosa e affascinante rarità. (fp)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto bello il museo !complimenti!

Hans ha detto...

Belle le sirene, molto interessante il pezzo!!

Anonimo ha detto...

ok la sirena piace

Anonimo ha detto...

la sirena è come i pici piace e picia !!