giovedì 26 luglio 2012

Giudici al confino

Ingroia, il giudice di Palermo che indaga da anni sulle collusioni tra politica e criminalità per la strage di via D'amelio, va in Guatemala. Un incarico dell'ONU per combattere la criminalità nello Stato centroamericano. E' una buona notizia? Si e no. Si, perché Ingroia era diventato un bersaglio. Rischiava di finire ammazzato come Borsellino che sapeva di morire perché a conoscenza della trattativa stato (con la s minuscola) - mafia. Borsellino era persino informato del tritolo dell'esercito arrivato dal continente appositamente per lui. Disse che la mafia, che lo avrebbe ucciso, era solo manovalanza. No, perché con Ingroia in Guatemala, ancora una volta questo Paese si dimostra di merda. Quella sostanza che esce dal culo delle istituzioni deviate da almeno vent'anni. Non è una buona notizia perchè anche un bambino assocerebbe, a torto o a ragione, il trasferimento di Ingroia alle pressioni di Mancino e di Napolitano. Quest'ultimo vorrebbe distrutte le intercettazioni tra il Quirinale e l'ex ministro degli Interni. Che Mancino, democristiano di antico corso, telefoni al Colle sapendo di essere indagato è molto strano. Le probabilità che fosse intercettato erano altissime, non poteva non saperlo. Ho il sospetto che non abbia telefonato per chiedere aiuto, ma per tentare di coinvolgere la presidenza della Repubblica. Dopodiché i giochi erano fatti.

I tempi cambiano. I giudici prima si ammazzavano, ora si mandano al confino all'estero, molto più lontano che ai tempi di Mussolini. Ieri a Eboli, oggi a Città del Guatemala. Con il loro consenso, ovviamente. Le forme vanno salvate. Il ministro della Giustizia Severino, con sfoggio di humor british, ha detto "Combattere la criminalità organizzata anche fuori dal territorio nazionale è importantissimo, perché la criminalità organizzata è transnazionale e avere i nostri magistrati... è una cosa che ci fa veramente onore". L'Italia, Paese delle mafie, 'ndrangheta, camorra, mafia siciliana, sacra corona unita, tra i più corrotti del mondo, si priva quindi di uno dei suoi più importanti magistrati per combattere la criminalità guatemalteca. E' una barzelletta atomica. Non siete più credibili, evitate almeno di prendere per il culo gli italiani che, mentre salutano un uomo coraggioso, devono ascoltare il piduista Cicchitto, tessera 2232, spiegare che "Nessuno può paragonare Borsellino a Ingroia sul terreno della lotta alla mafia. E infatti si è visto quello che è successo a Borsellino". Cicchitto ci spieghi se la P2 è stata coinvolta o meno nelle trattative. Cicchitto, che ha detto di Ingroia, è "una grave anomalia, un falsario, un fazioso", dovrebbe saperlo. Rigor Montis, nel frattempo, pensa da vero statista alle prossime generazioni. Zzzzzzzzzzz. Non svegliatelo. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere. Beppe Grillo



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutte belle parole Fabio, ma di magistrati politicizzati ne abbiamo fin troppi, dall'una e dall'altra parte. Quindi ben venga un'esperienza in guatemala, mi auguro che gli apra un po' di più la mente su quallo che riguarda la liberalizzazione delle droghe, gli ho sentito fare certi discorsi per niente condivisibili.

Anonimo ha detto...

Come sempre le persone per bene vanno al confino o prese per il di dietro, i corrotti ottengono promozioni e stipendi da 650.000 euro. Il popolo non impara dal passato e nemmeno dal presente. Speriamo in Grillo!