mercoledì 18 luglio 2012

Si firma in Comune contro gli stipendi dei parlamentari per il referendum abrogativo! Firma anche tu !

Riceviamo & Pubblichiamo




C’è un referendum di cui i media non parlano, di cui il mondo politico non parla (e come poteva essere altrimenti), ed è quello dell’abrogazione parziale dell’indennità parlamentare: http://www.unionepopolare.eu/



Un referendum di civiltà, considerando che mentre la maggior parte degli italiani, in questi mesi sta facendo enormi sacrifici, la casta politica è riuscita nell’impresa di non tagliarsi neanche un euro di indennità parlamentare.

E’ una vergogna!!!



Probabilmente in pochi o nessuno sa, che per questo referendum è possibile firmare nel proprio Comune di residenza, ma solo fino al 30 Luglio 2012 (il 31 Luglio le firme dovranno essere consegnate a Roma).

Per adesso sono state raccolte 200 mila firme e considerando che i mezzi d’informazione hanno detto poco o nulla di questo referendum non è poco.


LA LEGITTIMITA’ COSTITUZIONALE DEL REFERENDUM

Proposta di referendum popolare abrogativo – ai sensi dell’art.75 della
Con l’abrogazione della disposizione di cui all’ 2 della legge 1265, n. 1261, ai Parlamentari non verrà più corrisposta la “diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma”. Resta comunque ferma la corresponsione dell’indennità disciplinata dall’Art 1 della predetta legge.
La scelta di non proporre l’abrogazione dell’art. 1 della legge nasce dall”esigenza di non incorrere nel rischio incostituzionalità del referendum. Va infatti rammentato che l’ art.96 della costituzione recita : “i membri del Parlamento ricevono un’indennità stabilita dalla legge”.
Ne deriva che l’abrogazione della norma che attua il dettato Costituzionale ( appunto L’art. uno della legge 1265) lascerebbe un vuoto normativo in una materia coperta da disciplina costituzionale.
L’abrogazione dell’ art 2, che prevede l’erogazione di una diaria a titolo di rimborso spese, non mette a rischio la legittimità costituzionale del referendum.
Peraltro va osservato che quest’ultima norma prevede un “rimborso spese” in cifra fissa uguale per tutti e senza l’obbligo di dimostrarne l’effettiva spesa. La stessa cosa prevista per cosiddetti rimborsi elettorali: un vero e proprio ossimoro molto lucroso.
Al di la delle considerazioni politiche e morali a sostegno della proposta, merita di essere preso in considerazione anche il dato del significativo beneficio che deriverebbe alle disastrate casse dello stato.
L’indennità infatti costa ben 48.000 euro all’anno per ciascun parlamentare: quasi un raddoppio dell’indennità di cui all’art.1.

Postato da Redazione

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Andiamo tutti a firmare!!!

Schifo ha detto...

I parlamentari mandiamoli a LAVORARE!!!!Solo volontariato parlamentare...Vedrai che fughe!!!

Perepè ha detto...

Questa degli stipendi ecc e dei costi della politica è un vero scandalo ! In Sicilia il governo autonomo siciliano con i suoi 178 impiegati ne ha più del Governo Inglese....e i governatori delle regioni guadagnano più di Obama..i deputati non si abbassano quasi niente...i menager ...sono salvati...i cosniglieri regionali..sempre al massimo..i magistrati,,pure ...I COGLIONI PAGANO SEMPRE
grazie cari amici dei partiti che siete complici di questo schifo con le vostre feste e le vostre processioni..ci avete rotto i coglioni...votiamo tutti e tutti a lavorare..così la crisi diminuisce ....OK !! forza BLOG

Anonimo ha detto...

Lo stipendio di Rosa Bandi a chi va? Ai bambini povari? Un kredo!!

Totò ha detto...

Ite a firmà trasite...trasite...ite ite...mannaggia a li pescetti...