venerdì 3 gennaio 2014

Promemoria 2013


La scoperta dei derivati che hanno affondato Monte Paschi.Monte dei Paschi, accordo segreto tra Mussari e Nomura per truccare i conti”. È questo il titolo dell’articolo firmato da Marco Lillo sulFatto Quotidiano del 22 gennaio che dà il via all’inchiesta sui derivatiAlexandria e Santorini sottoscritti dagli ex vertici della banca senese e legati allo sciagurato acquisto di Antonveneta nel 2007. I due nuovi amministratori della banca, Alessandro Profumo eFabrizio Viola, scoprono un buco da circa 200 milioni di euro lasciato dalla precedente dirigenza.Foto
Il 23 gennaio, l’ex presidente Giuseppe Mussari lascia la guida dell’Associazione Bancaria Italiana. La Banca d’Italia accende un faro sull’istituto di credito toscano e il titolo Mps perde il 5,7 per cento sul listino di Piazza Affari. Mentre incalzano le indagini della magistratura, il 6 marzo Siena e il Monte sono scossi da una tragedia: David Rossi, il responsabile dell’area comunicazione della banca, si suicida gettandosi dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni. Rossi, che non era indagato, una decina di giorni prima era stato perquisito nell’ambito dell’inchiesta su Antonveneta. Il 17 aprile le indagini sui derivati arrivano a una svolta: la Guardia di Finanza sequestra 1,8 miliardi alla banca giapponese Nomura nell’ambito dell’operazione di ristrutturazione del derivato Alexandria. Viene indagato il presidente del gigante nipponico, Sayeed.
L’8 ottobre per il Monte dei Paschi parte il piano del rigore. Il consiglio di amministrazione approva le nuove strategie: aumento di capitale e 8mila esuberi. La ricapitalizzazione che inizialmente doveva essere di 1 miliardo viene portata a quota 3 miliardi. Il vertice della banca vuole vararla a gennaio, mentre la Fondazione Mps – ancora azionista di controllo con il 33,4 per cento – chiede di rinviarla a maggio per poter cedere una parte delle sue quote e rimborsare circa 340 milioni di debiti contratti con le banche ai tempi del finanziamento di Antonveneta. Il 28 dicembre l’assemblea dei soci riunita in seconda convocazione boccia la proposta di Profumo. Vince la linea della presidente della Fondazione, Antonella Mansi, arrivata a Palazzo Sansedoni a settembre di quest’anno. Il 2014 sarà l’anno decisivo per il Montepaschi che dovrà chiudere con successo l’aumento di capitale per restituire i Monti bond allo Stato ed evitare così la nazionalizzazion

1 commento:

Anonimo ha detto...

il pd porta iella alle banche