Si registrano le prime reazioni a caldo alla riforma del lavoro targata Renzi. Poche finora quelle favorevoli, molte critiche all’indirizzo del Governo, compresa quella durissima di Fassina. Resta fermamente contraria al provvedimento la Cgil che aveva manifestato la sua opposizione convocando uno sciopero generale a dicembre insieme alla Uil. “Il Jobs Act è il mantenimento delle differenze e non la lotta alla precarietà” è la prima reazione del leader Cgil Susanna Camusso. Sulla stessa linea il segretario Fiom Maurizio Landini: “Siamo in presenza di una riforma che non migliora le condizioni di chi ha bisogno di lavorare”, afferma a margine dell’assemblea regionale dei metalmeccanici che si sta tenendo a Padova. Anche la Cisl parla di “grave errore del governo” sul mantenimento delle norme sui licenziamenti collettivi, che ormai viene data per certa.
Sul fronte politico si registra la durissima presa di posizione diStefano Fassina che boccia senza appello il Jobs Act: “Straordinaria operazione propagandistica del governo sul lavoro. I contratti precari rimangono sostanzialmente tutti”. Secondo Fassina “il diritto del lavoro torna agli anni ’50. Oggi è il giorno atteso da anni…dalla Troika”.