dati Istat sull’occupazione fanno felice Matteo Renzi, maquelli di pochi giorni fa (del ministero del Lavoro) non invitano certo a sorridere. “Dati ufficiali Istat di oggi. Nel II trimestre 2016 più 189mila posti di lavoro. Da inizio nostro governo: più 585mila. Il #JobsAct funziona”, scrive il premier su Twitter. Peccato che solo pochi giorni fa, il 7 settembre, sul sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sia stata pubblicata la nota relativa al secondo trimestre sui movimenti di rapporti di lavoro in Italia registrati dal Sistema delle comunicazioni obbligatorie. Qualche dato: i contratti di lavoro sono calati del 12,1% rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre si sono registrati221.186 licenziamenti, 15.264 in più rispetto allo stesso trimestre 2015 (+7,4%). Da una prima lettura sembra di guardare due fotografie diverse. Questi dati si contraddicono reciprocamente o raccontano la stessa realtà da due prospettive diverse? È proprio così per il segretario confederale della UilGuglielmo Loy. “Secondo me i due report non sono in contraddizione – spiega a ilfattoquotidiano.it – perché mentre l’Istat fotografa una determinata situazione, dicendoci quante persone lavorano o sono disoccupate in un determinato momento, quante lo erano sei mesi fa e così via, i dati del ministero raccontano un film, dicendoci se le aziende stanno assumendo o meno”. Il Paese descritto? “Un’Italia a bassa crescita”.