Confindustria ha giocato con il Sole 24 Ore e si è bruciata. Le perdite dell’editrice mangiano anche il patrimonio dell’associazione, generando il malumore dei soci e il rischio di nuove defezioni, sulla falsariga di quanto accadde con Fiat nel 2011. Proprio ora che l’associazione degli industriali si è impegnata a “valutare positivamente” la partecipazione al necessario aumento di capitale dell’editrice già al centro di un’inchiesta della procura milanese che ipotizza il falso in bilancio. Ma Confindustria non ha in pancia la cassa necessaria per effettuare l’operazione e davanti a sé ha solo due ipotesi di lavoro: liquidare asset in portafoglio oppure aumentare le quote degli associati che nel 2015 hanno registrato un nuovo calo, di 645mila euro, a 37,62 milioni. In entrambi i casi, però, dovrà accusare il colpo in bilancio della svalutazione della quota del Sole (67,5%), detenuta attualmente al costo di 1,47 euro per azione per un totale di oltre 132 milioni di euro, oltre il 330% in più  del valore – 0,34 euro – che attualmente la Borsa attribuisce alle azioni quotate dell’editrice