venerdì 3 marzo 2017

Figli di papà : Renzi detto Il' Bomba' e Lotti detto 'Lampadina',a Rignano è chiusa la sede del PD...


8 commenti:

Anonimo ha detto...

a Pienza, Stefeno detto Sgrattacinguli

Anonimo ha detto...

Vitalizi? Vogliamo che vengano approvate due nostre delibere, con cui applichiamo la legge Fornero ai parlamentari, così magari saranno più invogliati a cambiarla per i cittadini“. Sono le parole pronunciate a Piazzapulita (La7) dal deputato M5S, Alessandro Di Battista, rispondendo a una domanda della giornalista di Sky Tg24, Maria Latella, circa l’importanza non prioritaria della battaglia pentastellata contro le pensioni parlamentari maturate a 65 anni. Di Battista, che annuncia anche la mozione di sfiducia al ministro dello Sport Luca Lotti, definito “indegno di essere un ministro della Repubblica” dopo il caso Consip, spiega nel dettaglio le due delibere del movimento. E sottolinea: “Bastano 4 anni, 6 mesi e un giorno in Parlamento per percepire a 65 anni una pensione di 1000 euro. E sono sufficienti 10 anni di lavoro in Parlamento, anche col 90% di assenze, per avere a 60 anni una pensione di 1500 euro“. Il deputato pentastellato si sofferma sulle motivazioni per cui il M5S vuole andare al voto subito: “Questo Parlamento non riuscirà mai a fare una nuova legge elettorale buona. E’ un Parlamento che non solo ha i soggetti di Consip, ma è ancor più delegittimato dalla condanna a Verdini, considerato da Renzi padre costituente. La proposta di Richetti sui vitalizi? Perché non l’ha portata in Aula e se l’è fatta votare, visto che è membro della maggioranza? Una parte del suo partito lo ostacola? E parli col Pd. Vi rendete conto che ancora una volta il M5S è accusato di non votare qualcosa che non è mai stato messo in votazione? Ma siamo all’allucinazione”. E chiosa: “Richetti portasse questa proposta in Aula. Gliela votiamo in un minuto. Ma la deve portare in Aula. E chi fa il calendario d’Aula? La maggioranza. E chi ha la maggioranza? Il Pd

eccoli qui..soliti ignoti ha detto...

Boom di tesseramenti sospetti, accuse di ‘gravi irregolarità’, denunce di infiltrazioni della Camorra e oltre cento immigrati irregolari che avrebbero chiesto di aderire al partito proprio nei minuti del rush finale. I conti sono stati fatti: potranno votare al congresso in 405.041, tanti sono gli iscritti confermati al Partito democratico, comunicati dalle federazioni regionali. Eppure è ancora caos sulle iscrizioni. E non si tratta solo del ‘caso Napoli’. Sono in corso le verifiche delle Commissioni territoriali per il congresso. E il lavoro da fare non manca. L’ultima notizia arriva da Caserta, dove dieci dirigenti del Pd hanno inoltrato un ricorso alle commissioni di garanzia, denunciando ‘gravi irregolarità’ e accusando il segretario cittadino, che da solo ha presentato il 25 per cento degli iscritti. In Puglia, invece, sono stati segnalati casi di circoli chiusi in anticipo rispetto al previsto, di tessere fotocopiate e anche di un boom sospetto di iscrizioni. Tanto che l’eurodeputata campana Pina Picierno ha chiesto che vengano effettuate verifiche..


DALLA PUGLIA ALLA SICILIA – Nel frattempo piovono richieste di verifiche anche in Puglia, dove i tesseramenti sono passati dai 27mila dello scorso anno a 33.500. In un clima già caldo dopo le polemiche dei giorni scorsi su circoli chiusi prima del tempo e tessere fotocopiate, si aggiunge quella sul boom sospetto. Un caso su tutti, quello della Bat (Barletta-Andria-Trani), dove ci sono stati 6mila tesseramenti. Nello specifico, a Barletta le iscrizioni sono state 1.700 e, anche se lo scorso anno erano 3.500, a insospettire sono le mille adesioni registrate online. Dopo l’eurodeputata campana Pina Picierno è intervenuta anche la collega di Cerignola Elena Gentile parlando, sempre in Puglia, di “150 migranti in fila per prendere la tessera a San Severo (Foggia) negli ultimi minuti prima della chiusura del tesseramento”. In tutta risposta è arrivata la smentita dai vertici dem locali, che però parlano di 11 migranti “tutti regolari, che esercitano il loro pieno diritto”. Altri casi sospetti sono stati segnalati anche in Calabria e Sicilia. A Catanzaro e a Reggio Calabria c’è stata la proroga dei termini per il tesseramento di una settimana. Stesso discorso a Enna, dove nei giorni scorsi la polemica è scoppiata per le circa 4mila tessere su 28mila abitanti (anche se il Pd parla di numeri più bassi), molte delle quali sottoscritte da uomini ritenuti vicini all’ex senatore del Pd Mirello Crisafulli. A chiedere la proroga del tesseramento, nei giorni scorsi, sono stati il sindaco di Leonforte Francesco Sinatra e quello di Nicosia Luigi Bonelli che hanno denunciato la mancata pubblicità per le modalità di iscrizione al partito. Tanto che dopo le polemiche Antonio Rubino, componente della Commissione nazionale per il congresso Pd, è stato incaricato di gestire il tesseramento del partito insieme al commissario provinciale Ernesto Carbone, deputato e renziano di ferro

Anonimo ha detto...

Tessere,anche a Pienza ne servono un migliaio..abbiamo una banca...

Anonimo ha detto...

Congresso ? le tessere ve le caccerete in culo, falliti , Renzi come il Berlusca stessa fine!!

Anonimo ha detto...

tessere? me ne ordini 200 ? tanto...costano meno della carta da culo!!

Anonimo ha detto...

a Napoli ne comprano 100 per volta così la camorra gli da una manina....

Anonimo ha detto...

poi col guadagno che ci comprano le pallottole i camurristi?