venerdì 22 giugno 2018

Riaperta la 'banca' di Pio II ( anche se per una mostra sulla Bellezza)

PIENZA.  L’antico ‘banco’ dei Piccolomini riapre i battenti… Una scritta misteriosa affiora nel Palazzo di Salomone Piccolomini a Pienza, oggi visibile grazie ad una mostra di pittura sulla ‘Bellezza’  organizzata dalla ‘Associazione Biagiotti per la Bellezza’, e sembra confermare questa ipotesi  La sala restaurata con grande rigore filologico ha riportato alla luce alcuni frammenti di scritte e strutture del palazzo un tempo invisibili. Salomone Piccolomini era un nipote di Pio II  membro della sua corte e a lui il pontefice donò l’elegante palazzetto oggi aperto per mostre temporanee dalla famiglia Biagiotti, artisti pientini del ferro battuto noti in tutto il mondo. La storia di questo  palazzo è singolare, poiché l’attuale salone restaurato ha ospitato a suo tempo in epoca otto-novecentesca il  consiglio comunale di Pienza e alcune istituzioni bancarie pientine incluso il Monte dei Paschi. Per un breve  periodo fu anche sede della Casa del Fascio di Pienza.  Ma la tradizione orale  trasmessa nei secoli definisce questo palazzotto sede  bancaria, a partire dall’antica tradizione propria della famiglia Piccolomini. Secondo le ricerche di Giancarlo Bastreghi, antiquario e collezionista pientino, i Salomonidi Piccolomini  costituirono un ramo della famiglia  dedito all’ attività della banca  e qui avrebbe avuto  sede per  secoli  il ‘banco’ Piccolomini di Pienza. A suo avviso alcune aperture tamponate del pavimento del salone testimoniano proprio l’ antica forma del palazzo utile alla necessità della banca: una sorta di spioncino per sorvegliare l’ingresso nel ‘banco’ dei clienti. Poi l’ scritta affiorata in una parete e  bene in vista che sembra recitare: ‘Servir ed esser leale ritrova e discarca’, come dire che il buon servizio e la lealtà rigenera e purifica l’animo umano. Poi ancora  i resti di una scritta per ricordare che nalla banca si ascolta ‘ Dio re degli uomini’. Anche nella casa pratese del ricco banchiere Marco Datini  della stessa epoca, come racconta Iris Origo,  sta scritto qualcosa di simile ‘ In nome di Dio e del guadagno’. Fatto sta che  il ‘banco’ di Salomone Piccolomini e della sua famiglia generò una tradizione locale, per cui altri istituti di credito sorti a Pienza nei secoli passati hanno seguitato a trovare ospitalità lì, in questo palazzo ‘banco’ per antonomasia. Naturale, del resto, che nella ‘ città ideale’ di Pio  fosse stato previsto anche un ‘banco’( proprio accanto sorge l’edificio un tempo l’albergo della Città di Pio);  nella  nuova realtà cittadina piesca  fondata da un papa senese  parente di ex banchieri, non poteva che essere così (fp)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante!

Anonimo ha detto...

meglio del mps

Anonimo ha detto...

con pio il mps non fALLIVA

Miriam ha detto...

PER FORTUNA NON C'ERA IL PARTITO ALLORA SENNò CRACCAVANO ANCHE PALAZZO sALOMONE..ANZI LO AVEVANO VENDUTO DA TEMPO E FALLITO COME PIAZZA SALIMBENI..SE DOPO 600 ANNI HANNO FATTO FUORI IL MONTE PORI NOI PICCININI....A PIENZA..

Anonimo ha detto...

Pio pio ...melo fai un prestito? che la bancona è sfonda..io orso me lo paghi in PIORINI!!!