Talvolta in questi tempi bui nei quali è difficile capire quello che accade, così come orientarsi politicamente, viene spontaneo ripercorre i tratti salienti della nostra vita politica passata.. La mia generazione ad esempio ha imparato a marciare nel nome della pace ogni qual volta un popolo libero veniva aggredito da una grande potenza imperialista. Abbiamo iniziato con il Viet-Nam e dintorni e proseguito contro la Cia nel Cile di Allende, a Cuba, in Argentina o nel Medioriente dei palestinesi, poi ecco le tragedie vissute dai popoli ungherese, cecoslovacco, tedesco dell'est, polacco ecc. soffocati puntualmente dai nonnetti di Putin e schiacciati dai carriarmati sovietici nel sangue. Ci chiamavano la 'Nuova sinistra' noi giovani perchè per regioni anagrafiche e non solo non amavamo affatto il comunismo sovietico e lo stalinismo e spesso per questa ragione non pochi vennero allora cacciati dal PCI ( Vedi il gruppo del Manifesto). Oggi che si è prodotta nelle forze progressiste l'ennesima frattura fra cosiddetti pacifisti e non pacifisti ( tanto per semplificare impropriamente) ci chiediamo in tanti perchè quest'oggi coloro che si autodefiniscono 'pacifisti' finiscano spesso per trovarsi collocati oggettivamente a favore dell' aggressore e non chiaramente a fianco degli aggrediti, così come avveniva un tempo. Stando dalla parte di aggressori conclamati.. si dà la patente di ' agenti di pace' a uomini prepotenti i quali, in realtà ovunque essi si manifestino, mostrano l' atteggiamento violento dei conquistatori, al di là di ogni patto o regola internazionale : ' i trattati sono pezzi di carta ' e giù bombe senza quartiere ! . Strano pacifismo quello che oggi sta ambiguamente dalla parte sbagliata degli aguzzini. Sarebbe questo il ' nuovo ordine mondiale della pace ? Dunque, allora non ci resta che andare in esilio in Svizzera
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