domenica 13 aprile 2014

PIENZA. A Sant' Anna in Camprena convegno della Società Bibliografica Toscana con Oliviero Diliberto, Cipriani, De Gregorio. Le letteratura come indagine storica. di Mariella Spinelli.


 
I segreti ed i vizi di Napoleone Bonaparte di Giovanni Cipriani, i 'gialli' storici di Oliviero Diliberto, i 'crimini nella letteratura' di Mario De Gregorio. Folla di appassionati  nello scenario reso celebre dal 'Paziente Inglese',  film Oscar15 anni fa. La moda letteraria come 'Le fusa del gatto' ,rivista della Società Bibliografica presentata in anteprima.
All'abbazia di Sant'Anna in Camprena nella gremita , splendida sala affrescata dal Sodoma
ha avuto luogo l'incontro degli associati e non della Società Bibliografica Toscana.
Il sindaco di Pienza Fabrizio Fè ha  sottolineato l'importante  rete di relazioni
che la Società Bibliografica Toscana  arricchisce  ad ogni appuntamento . Ad oggi  ha al suo attivo 25 pubblicazioni  in tre anni di vita,dopo la fondazione a Pienza nel 2011.
In apertura il benvenuto del Presidente della  SBT Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri  che con amichevole semplicità e simpatia  ha introdotto i  relatori.
Alfredo Serrai docente e bibliografo all'università degli studi di Roma , autore della monumentale "storia della Bibliografia" ha sottolineato quanto sia fondamentale l'apporto delle collezioni private costruite con la passione di privati amanti del libro  e come queste ultime si definiscano come piste per la costituzione delle grandi biblioteche pubbliche , prezioso tessuto bibliografico.
A seguire  l'intervento di Giovanni Cipriani  storico all'università degli studi di Firenze.
Attraverso brevi testi   stampati all'epoca della restaurazione nel 1814/ 1815 l'illustre storico fiorentino ha costruito un ritratto vivace e spesso irrisorio  dell'interpretazione della figura di Napoleone Bonaparte  come "storia segreta  dei vizi della famiglia Bonaparte"dove si narrano vicende colorite anche se improbabili dopo la sua caduta al potere. Testi che tracciano una storia  quasi provinciale, popolare, seconda ma affascinante degli eventi portanti della nostra storia.
Edoardo Barbieri dell' Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano  ha descritto l'azione del comporre nella stampa   intervenendo nella forma del testo. Ha Sottolineato i vari interventi di correzione e manipolazione prima della stampa definitiva. Come aprire la forma, lavorare tra lo spazio dell'autore e del tipografo, come un tipografo ripara ai suoi errori.
Nella seconda parte della mattina,dopo un piacevole intermezzo nel Chiostro dell'Abbazia l'assessore alla cultura di Pienza Giampietro Colombini ha introdotto la relazione di Mario de Gregorio  che dopo aver ricordato Don Flori e Don Petri , figure importanti della memoria Pientina e in particolare dell'Abbazia di Sant'Anna introduce  sotto la traccia di"crimini nella letteratura" la distanza tra il reale e il romanzesco e le relazioni di altri due illustri relatori quali
Francesco Maresca penalista noto per aver seguito il processo per il delitto di Meredith Kercher  e oliviero Diliberto. Il  penalista descrive  come dopo l'indagine scientifica del DNA si apra quasi la costruzione di una narrazione al contrario di quella romanzesca dove l'autore conosce  il colpevole dall'inizio e parte dalla vittima quando invece  un penalista parte dalla vittima per arrivare al colpevole .dovendo però usare strumenti molto simili allo scrittore di gialli.
L'intervento infine di Oliviero Diliberto docente alla facoltà di giurisprudenza alla Sapienza di Roma è stato un caledoiscopio  affascinante di corrispondenze tra delitti e romanzi  .Nel 1980 " il nome della rosa" di Umberto eco è il primo grande romanzo giallo ambientato in una biblioteca. George Perec nel libro"scomparsa" è alla ricerca della lettera E in un testo che ne è completamente privo.
Come la stampa,il romanzo poliziesco è stato migliorato solo in modo meccanico da quando è stato inventato ,come la Bibbia di Gutenberg e Edgar Alla Poe nei "delitti della due Margue" difficilmente superabili .A conclusione si può dire sia stata  una bella mattinata appena avvolta nella nebbia nell'incantevole giardino all'italiana  dell'abbazia. Interventi dal ritmo serrato, per niente accademici, all'insegna di un'intelligenza innamorata della fisicità del  libro. Disponibile, per i nuovi amanti, la terza edizione di "Le fusa del gatto"  e un libriccino con 10  stampe di ritratti del '500.

 

 

 

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