sabato 1 novembre 2014

Dibattito: 'L'euro una non-moneta'

L'euro è una "non-moneta", perché non è stampato da governi democratici, ma da una Banca Centrale Europea che risponde a interessi privati
Questo ha due conseguenze:
1) Il governo non può stampare la sua moneta per finanziare investimenti produttivi, occupazione, ricerca e innovazione. In poche parole: la fine di ogni politica industriale, perché ogni euro speso deve essere restituito con gli interessi, controllati dai mercati internazionali.
2) In un sistema di cambi rigidi (come l'euro) un Paese non può svalutare la sua moneta per aumentare la competitività nei confronti di altri Paesi, rilanciare la domanda estera ed equilibrare la sua bilancia commerciale (importazioni - esportazioni). L'unico modo per abbassare i prezzi e vendere di più all'estero è attaccare i salari dei cittadini, e per questa vi abbassare i prezzi dei propri prodotti. Le armi per farlo sono il ricatto della disoccupazione e il lavoro precario (vedi Jobs Act). Come ha ripetuto Beppe Grillo a Palermo "se non puoi svalutare la moneta svaluti i salari!".
Svalutando i salari, però, distruggi la domanda interna e i consumi. Cosa ne deriva? I cittadini, minacciati da redditi sempre più bassi e lavori sempre più precari risparmieranno i pochi soldi guadagnati invece di spenderli. Le aziende italiane non venderanno più i loro prodotti. Distruzione dell'occupazione e del tessuto industriale italiano. Esattamente ciò che sta avvenendo dentro l'euro. L'impresa muore o viene svenduta a compratori esteri, i quali poi si riportano in patria i profitti.
In questa gabbia di ferro il Governo abdica dalle sue funzioni di ordine e sviluppo e si consegna nelle mani di Paesi più forti e di istituzioni private di natura finanziaria. Tutto ciò che può fare, se non si ribella, è restituire ogni euro preso a prestito con l'aggiunta di mostruosi interessi. Un circolo vizioso iniziato e concluso dall'euro. L'euro è impoverimento Non è possibile mantenere l'euro e avviare lo sviluppo.(Movimento 5 Stelle)

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