Ci rubano miliardi di sacchetti. E non ce ne accorgiamo


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di Claudio Pizzarello
La corruzione ci porta via ogni anno tremila miliardi di sacchetti per la frutta. L’evasione fiscale cinquemila miliardi. La mafiapossiede un patrimonio tale da potersi comprare cinquantunomilanovecentocinqua ntamiliardi di sacchetti biodegradabili. Con il debito pubblico prodotto dai vari governi negli ultimi vent’anni, avremmo potuto permetterci centodiecimilacentocinquantami liardi di sacchetti per metterci così tanta frutta e verdura che non avremmo avuto neppure il tempo per mangiarla.
Questi calcoli potranno sembrare bizzarri, ma in un paese bizzarro come l’Italia, con le sue polemiche bizzarre, un senso potrebbe averlo. Il dibattito sui sacchetti per la frutta che adesso costano due centesimi (!) mentre prima erano gratis non è per niente appassionante. Ma vieppiù deludente e a tratti imbarazzante. Forse però un merito ce l’ha: quello di mettere in luce, anche se non ce ne sarebbe alcun bisogno, perché è cosa nota, la propensione comica della maggior parte degli italiani a impuntarsi su questioni marginali, finanche banali, e trasformarle in problemi pressanti. Pulci che diventano elefanti e pagliuzze che crescono in travi.
Per carità, ogni tanto polemizzare fa anche bene, abitua al dibattito e distoglie un po’ la mente. Ma non sarebbe più opportuno, forse utile, polemizzare su altro? Su problemi ben più urgenti di cinque o dieci euro annui buttati in sacchetti (che, tra l’altro, per l’ambiente non sarebbe niente male)? Tipo la corruzione, la mafia, l’evasione fiscale, la classe politica scadente, la sanità e la scuola smantellate, il lavoro giovanile degradato e trasformato in elemosina con un boom del precariato mai visto, un gap sociale ed economico spaventoso in cui i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, la giustizia forte con i deboli e debole con i forti. Tutto questo non merita il nostro sdegno?
Forse per riflettere e impegnarci (alle urne e non solo) dovremmo pensare tutti i soldi che quei problemi ci portano via, in sacchetti bio. Continuo a non capire il perché, ma potrebbe funzionare. Ecco spiegato quel calcolo bizzarro. Ci voleva un sacchetto da due centesimi per risvegliare un po’ di gente.
Lupo di Toscana - Non vorrei che a qualcuno sia sfuggito il fatto che da alcuni anni l'economia illegale sia stata inserita quale componente per il calcolo del PIL nazionale. Quindi, su un presunto (!?)calcolo di quanto pesino nel PIL i proventi derivanti dal traffico di droga, prostituzione, lavoro nero, riciclaggio ecc. si configura anche il rapporto tra Prodotto Interno Lordo e Debito. In poche parole, chi comanda sa quanto valga tutto ciò sull'economia nazionale, ma invece di mettere in campo un contrasto serio all'illegalità, si è deciso di prenderne atto e "istituzionalizzarlo".
RispondiEliminaPax et Bonum, Fratres.