mercoledì 18 giugno 2025

PIENZA; La 'strada bianca' dimenticata e bellissima delle 'Sassaie Vecchie' un 'mito' del ciclismo eroico da rivalutare.



Da almeno 3 anni un fenomeno nuovo ha investito la Valdorcia e il Comune di Pienza in modo particolare : il cicloturismo 'eroico'di massa della 'strada bianca'. Possiamo anche fare finta di nulla o stringerci nelle spalle di  fronte a questo 'evento', visto che i protagonisti di questo fenomeno non chiedono mai nulla, sono 'spartani' ma portano 'molto' ogni giorno, arrivando da tutto il mondo. Chi vive da sempre in questo mondo, un tempo molto ristretto, oggi diffuso, ha visto crescere il fenomeno e conosce bene gli 'inventori' di tutto questo circuito. Da tempo i cicloturisti individuali, quelli dei Trail e degli eventi organizzati, hanno individuato un tratto di strada antica e bianca che conserva ancora un grande fascino per questo sport e 'taglia' un tratto di provinciale asfaltata moderna  divenuta molto pericolosa e foriera di incidenti:  parliamo della strada declassata delle Sassaie Vecchie. Un tratto che è molto conosciuto e oggi molto praticato. Di qui salivano Bartali, Volpi, Bindi, Coppi e altri campioni  settanta anni fa. Il problema nasce oggi in un tratto di salita-discesa verso il basso molto degradato, mentre in alto la strada è ancora quasi perfetta. Se vogliamo porci in sintonia con quanto muta nel turismo oggi e nella convivenza con il paesaggio da parte di migliaia di ciclisti non possiamo 'fregarcene' bellamente se in un certo posto si verificano continue cadute di cicloturisti e agonisti in una strozzatura improvvisa, . Se siamo stati 'eletti  nel mondo come i fortunati fruitori delle mitiche 'strade bianche' abbiamo anche il compito di intervenire laddove si evidenzia una chiara necessità ( restauro e segnalazione storica) Nella strada delle Sassaie Vecchie serve un semplicissimo intervento di sistemazione di 200 metri di strada bianca laddove vanno spesso in molti per terra.. vista la presenza di buche e ciottoli giganti. Chi se ne frega ? Chiediamo troppo? Non si può in ogni  caso pretendere di restare a lungo orgogliosi vettori di sviluppo 'per caso' di una nuova attrattiva turistica, ignorando problemi connessi.  E' una questione di sensibilità  e non solo.Talvolta è già successo che un piccolo sforzo in  una zona dimenticata da secoli..abbia dato vita ad un nuovo angolo attrattivo di 'mito' e di 'poesia' insospettato. I tempi cambiano in fretta. Vediamo se questa sensibilità oggi necessaria esiste ancora !

3 commenti:

Fabio Pellegrini ha detto...

basta un camion di terra e di breccia e una motosega,,,,nulla di più

pedalino ha detto...

condivido

Anonimo ha detto...

visione corretta costo minimo grande utilità ricordate il paraciclista paralizzato in carrozzella caduto al curvone? si poteva evitare..