giovedì 10 aprile 2014

Quello che Repubblica e l'Unità dimenticano di scrivere (dal Fatto Quotidiano)

Governo, Renzi ora lasci la società di famiglia e il trucco per la doppia pensione

Nel 2003, quando l'allora coordinatore fiorentino della Margherita fu candidato alla presidenza della Provincia, l'attuale premier si fece assumere dall'azienda dei genitori: così i contributi sono stati a carico degli enti che ha guidato dal 2004 a oggi

Matteo Renzi
 
Matteo Renzi, ora che ha ottenuto la fiducia, dovrebbe fare un gesto fondamentale per la sua credibilità: dimettersi dalla società di famiglia. Come il Fatto ha già scritto, Renzi ha ottenuto il diritto alla pensione grazie a un trucco: nel 2003, quando l’Ulivo decise di candidarlo alla Provincia di Firenze (elezione sicura nel giugno 2004) Renzi si fece assumere dalla società di famiglia nella quale era un semplice collaboratore. La Chil Srl si occupava di marketing e vendita dei giornali ai semafori con gli strilloni. Il padre e la madre l’avevano fondata nel 1993 e avevano ceduto nel 1997 le quote ai figli Matteo (40 per cento) e Benedetta (60 per cento). Quando matura la candidatura alla Provincia, Matteo è solo un co.co.co. Se fosse rimasto un collaboratore non avrebbe maturato i 10 anni di contributi pensionistici da dirigente né avrebbe avuto diritto alle cure mediche gratuite e al Tfr.
Per regalare questo vantaggio al figliolo, babbo Tiziano e mamma Laura lo assumono e lo pagano come dirigente per pochi mesi, per poi metterlo in aspettativa. Così i contributi sono a carico della Provincia, e del Comune dal 2009, che nel 2013 pagava 3mila e 200 euro al mese per il suo sindaco. Così, grazie a una somma stimabile in circa 350mila euro versata dagli enti locali per lui in dieci anni, Renzi oggi è un trentenne fortunato dal punto di vista assistenziale e pensionistico.
Se non può essere definita una truffa allo Stato, quella realizzata da Renzi, è una truffa alla ratio, allo scopo alto dello Statuto dei lavoratori del 1970. Il dubbio che sorge leggendo la cronologia di quelle giornate è che nel 2003 abbia usato la norma nata per garantire la partecipazione alle elezioni ai lavoratori per ottenere una pensione e un Tfr ai quali – fino a pochi giorni prima della sua candidatura – non aveva diritto

4 commenti:

Bischeri. ha detto...

o icchè mia sò' grullo...o bischeri!!!

renzino di vino ha detto...

oicchè vussete furbi solo voi....io penso alla mi vecchiaia...o bischeri!!!!

Griullo ha detto...

embè...ichèvvolete...mia so nato alla Ascine! du penzioni so sempre meglio che una...
mia so' grillo...anzi mia sò grullo!!!!!!

Anonimo ha detto...

o bischeri.....mia sò nato in Valdorcia!!!!