‘Pugno di diamante’ il libro
di poesie sul Palio di Siena, di Michele
Masotti, è un’ autentica rivelazione (
il padre di Michele è Fabio, già direttore dell’Istituto Storico della Resistenza
e fondatore degli degli Amici della
Bicicletta senese, già insegnante, con molte amicizie pientine e mio antico compagno di avventure
sportive e non) . La raccolta, che già ha conquistato un premio letterario
autorevole, è la prima pubblicata dal giovane scrittore e poeta aquilino, che ho visto nascere e crescere
sulle mie ginocchia. Michele è un ragazzo precoce, che è sempre andato
di fretta… Venne alla luce qualche mese
prima del previsto e Daniela la mia compagna di allora, quando lo vide per
la prima volta scoppiò a piangere: ‘Ma è cosi’ piccino che pare un conigliolino
sgusciato…’ disse, poi ancora bambino
Michele imparò a correrci dietro con gli sci con la sua puntuale e immancabile
febbre… a 40 . Poi venne il tempo della scuola, del film della Archibugi sul libro di Federigo Tozzi ‘Con gli occhi
chiusi’ ( quasi una premonizione) e della
sequenza con lui bambino in
Piazza. Venne poi il tempo dell’ amore per il ciclismo, dei romanzi di successo
e tutto il resto. Così a 36 anni Michele
si è già fatto conoscere come scrittore e come e poeta e non si tratta di
benevolenza o di favori, ma di un posto guadagnato sul campo, …anzi… in Piazza del
Campo, con con un lungo lavoro appassionato, che comprenderà a breve la trilogia romanzesca,
la biografia di un eroe ilcinese, ed ora
la raccolta di poesie qui segnalata.
Quello che si nota subito
leggendo questa raccolta è che tutta la
cultura paliesca posta sapientemente
sullo sfondo dei versi, nasconde una
capacità di riflessione profonda sulla vita umana. Tutte le emozioni, i patimenti, i desideri, i dolori e le gioie
nascoste, le veglie e le attese del
Palio, i racconti di vecchi fantini e di cavalli finiti nella mitologia senese, non sono
affatto un armamentario retorico o
consolatorio, riesumato per compiacere chi legge,
ma una grande metafora gioiosa, commovente, talvolta dura, del vivere quotidiano. Si tratta della parte visibile di quel punto
interrogativo, di quel rovello, di quell’ansia dell’esistenza che, a partire
dalle forti emozioni paliesche, risale alla inevitabilità del dolore, della
gioia e del pianto, modi di sentire di
un’ umanità antica come quella senese.. E’ l’entità sociale e culturale di questa città che orgogliosamente mette in gioco nell’era dell’accesso la sua
fragilità e la sua forza, la sua passione e la sua disperazione per un
mondo che cambia. Ma che non abdica ai suoi valori di fronte alla alla
vita o alla morte, valori che sono stati praticati e custoditi gelosamente nel labirinto
dei vicoli senesi .
Vorrei aggiungere che recentemente
nel corso di una presentazione in Fontebranda di un libro sulla figura mitica
del ‘Sor Ettore Fontani’, la nipote del
grande protagonista del Novecento paliesco ha tenuto a sottolineare nel corso della bella serata, che l’amore dei
senesi per l a contrada è cosa antica e preziosa, ma ha giustamente ammonito che nella vita vi sono
anche altri valori importanti che non debbono essere mai dimenticati e che
‘vivere per la Contrada come se fosse lo scopo unico della vita non è né accettabile, né giusto’.
Ha aggiunto che in contrada si deve imparare soprattutto il messaggio dell’amore
della solidarietà e della convivialità senza smarrirne il senso, senza cadere
nella pura alienazione, dimenticando che il palio è soprattutto una festa della
vita. Ecco, nella poesia ‘paliesca’ di Michele Masotti che è nato e cresciuto in contrada, la contrada
dell’Aquila, si trova fortunatamente questa idea di contrada. La consapevolezza
dell’importanza di vivere il Palio come emozione, come speranza, come attesa,
di abbandonarsi alla gioia o al pianto senza paura di essere giudicati, ma
anche con la certezza di essere i depositari di una tradizione che si rinnova, che cresce sulla carne e sulla pelle di questa società
con le sue contraddizioni. Quindi ricca da sempre di umanità, di amore, di capacità di condivisione del dolore. Il Palio nella
poesia di Michele Masotti è testimone privilegiato di questa realtà in
movimento di questo passaggio di
generazioni , del tempo che passa, lasciando
tracce di sé nella Piazza e nella
‘nostra’ antica strada.
Fabio Pellegrini
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