COMUNICATO STAMPA DEL 30.01.2017
AVVIATA L’INDAGINE SULLA PRESENZA DI MERCURIO NEL PAGLIA/TEVERE,
MA SI RISCHIA DI PARTIRE CON IL
PIEDE SBAGLIATO
Lo scorso 9 gennaio ad Orvieto si è svolto l’incontro di informazione
pubblica in merito al piano di indagine conoscitiva sullo stato di
contaminazione da mercurio nei fiumi Paglia e Tevere.
Nonostante che il sindaco di Orvieto Germani e l’assessora all’ambiente
della regione Umbria Cecchini avessero stigmatizzato correttamente la necessità
di “capire il fenomeno per trovare le
soluzioni idonee” (Germani) e “prima
di approntare interventi di bonifica occorre capire lo stato delle cose”
(Cecchini), le strutture tecniche, sorprendentemente, hanno deciso di
concentrare la loro attenzione, ed i loro rilievi ed esami, sull’inquinamento
causato dalle ex-miniere di mercurio dell’Amiata, ormai dismesse da 40 anni e,
per di più, parzialmente bonificate! (vedi allegato) trascurando, quasi
completamente, l’inquinamento prodotto dalle centrali geotermoelettriche.
Riteniamo che questa modalità di procedere comporti il rischio di spendere
soldi senza avere un quadro completo delle fonti di inquinamento, con il
probabile risultato di porre in essere azioni che non portino a risolvere il
problema dell’inquinamento da mercurio, divenuto ormai uno dei problemi
ambientali più evidenti in questa martoriata Centro- Italia.
Sì, è vero, qualcuno (Marchetti della ARPA Umbria e Fagotti dell’ARPA
Toscana) ha ammesso, nell’intervento del 9 gennaio, che vi sono anche “fonti potenziali di origineantropica” ma,
nel piano di indagine predisposto, non vi sono precisi e specifici esami
intorno alle centrali geotermiche dell’Enel Green Power, che danno un
contributo rilevante e continuo all’inquinamento e che rappresentano “un rubinetto
sempre aperto” di mercurio ed altri tossici.
Eppure questo dato compare –oltre che in studi dell’Università di Pisa del
2008 e nello studio Basosi-Bravi del 2014 (che indica come il mercurio emesso
dalle centrali geotermoelettriche dell’Amiata è pari nientedimeno che al 42,5 %
delle emissioni di mercurio provenienti da tutto il comparto industriale
italiano!) - nei documenti ufficiali della Regione Toscana (Delibera Regionale
n.344 del 22.03.2010) e nella rivista “Epidemiology andPrevention” che riporta
lo studio CNR/ARS (Agenzia Regionale di Sanità della Regione Toscana) del 2010
e che sotto si riporta (le centrali geotermiche sono responsabili di diversi
inquinanti, oltre al mercurio, come ammoniaca, arsenico, CO2, ecc.)
“Le emissioni ufficiali di mercurio da parte della geotermia nella zona
amiatina sono – come si vede sopra – stimate in 760 kg/anno nel 2007, ma sono
state ben 2.083 kg/anno fino al 2000.
Come è noto le 34 centrali geotermiche toscane sono dislocate in numero di
30 nell’area geotermica nord (Larderello-Radicondoli-Chiusdino) per complessivi
794 Megawatt installati, ed in numero di 5 nell’area geotermica sud Amiata,
compresa la nuova centrale Bagnore 4, per complessivi 120 MW installati.
Quindi, a (quasi) parità di emissioni complessive di mercurio (733 kg/anno area
nord, 760 kg/anno area sud), il MW installato in Amiata è molto più inquinante
in mercurio di quello installato nell’area nord. Il contrario avviene per l’arsenico. I dati
sopra riportati sono precedenti all’entrata in funzione (2015) della nuova
centrale Bagnore 4 in Amiata, quindi vanno ora corretti al rialzo” (Fonte:” Nocività del mercurio, sua diffusione in
Toscana, nei fiumi ed in mare”, Medicina Democratica-Coordinamento toscano,
3.07.2016).
Oltre a ciò, va considerato il mercurio proveniente dai depositi dei bacini
della subsidenza indotta dallo sfruttamento geotermico in Amiata (possibileresponsabile
per altro del collasso di due ponti della Cassia sul Paglia), come ha evidenziato
il prof. Andrea Borgia nel convegno del 12.07.2016 ad Orvieto.
Me c’è di più. Anche il bacino del Fiora va inserito nel Piano di indagine,perché
nel bacino del Fiora insistono le due centrali geotermiche di Bagnore 3 e 4 per
metà della produzione elettrica dell’Amiata (60 MW). Del resto, anche lo stesso
Fagotti sostiene che “le principali miniere di mercurio
del comprensorio dell’Amiata insistono prevalentemente nel fiume Paglia e nel
bacino del Fiora” e lo stesso Pelillo, dell’Autorità del bacino del fiume
Tevere, ricorda la necessità di “allargare-nel
prosieguo di questo importante lavoro- l’indagine al Fiora”.
Quindi, se
vogliamo veramente partire con il piede giusto, è necessario comprendere nel
piano di indagine anche le centrali geotermiche di ENEL Green Power, che non può
rimanere convitato di pietra: perché ha le sue corresponsabilità nel produrre
inquinamento da mercurio, e perché …la bonifica si può fare, ma si deve anche
fermare l’inquinamento - non ha alcun senso, infatti, bonificare se poi si
continua ad inquinare!
Chiediamo pertanto ai sindaci ed alle istituzioni regionali, nonché ai loro
organi tecnici, che il piano di indagine contempli anche tale ipotesi di
lavoro. Per evitare che si spendano soldi pubblici e non si risolvano i
problemi. Non sarebbe la prima volta nel nostro Paese.
E anche di questo si parlerà nel previsto convegno della Rete NOGESI /SOS
Geotermia del 4 febbraio p.v. ad Abbadia San Salvatore,perché fermare
l’inquinamento si può, e si deve. E lo si può fare agevolmente…
fermando la produzione geotermoelettrica dell’Amiata! (120 MW di potenza
installata). Proposta non incredibile in un momento in cui l’ENEL presenta un
piano di dismissione di centrali elettriche di ben 25.000 MW (circa 1/5 della
potenza installata in Italia), stante la riduzione ormai endemica dei consumi
nel Paese e lo sviluppo delle fonti alternative. Sarà forse ostacolo che la
energia geotermia è finanziata con incentivi che utenti ed imprese pagano sulla
bolletta elettrica?
1 commento:
meglio le fonti alternative
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