lunedì 4 luglio 2011
TAV O NON TAV, QUESTO E' IL DILEMMA. di Rino Massai
In un mondo normalizzato dall’economia in cui incontrastati dominano alcuni principi di fondo di fronte ai quali non c’è morale che tenga e che si riducono fondamentalmente alla necessità di produrre e di avere degli utili,è molto difficile poter proporre qualcosa di alternativo o di rivoluzionario o addirittura semplicemente originale. L’economia ha praticamente allineato gli uomini,ridotti ad accettare ciò che succede sul piano delle necessità come qualcosa di inevitabile,da seguire comunque, altrimenti si rimane indietro,si viene esclusi. Un ragionamento che ho associato in questi ultimi tempi alla TAV un progetto di fronte al quale,da uomo qualunque, non ho saputo prendere posizione,incerto tra le buone ragioni dei governi europei che ritengono le comunicazioni veloci una priorità per lo sviluppo,e quelle degli abitanti della val di Susa e tutti gli ambientalisti che giudicano invece inutile e dannosa una valanga di cemento e di mezzi in quella zona. Tralascio il giudizio sugli scontri degli ultimi giorni,mi sforzo solo di immaginare se per motivi di interesse nazionale la val d’Orcia fosse stata deturpata da ponti e piloni, e mi domando in modo logorante se nel futuro dell’uomo possa esserci qualcosa di meglio della sviluppo a tutti i costi,o se comunque svilupparsi significhi solo produrre,cementificare,inquinare,ridurre gli spazi vivibili,straziare le bellezze naturali,artistiche e storiche.
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35 commenti:
Massai, guida la macchina?
Lo percorre l'appeninno Firenze Bologna ogni tanto, e non il fine settimana?
Prende il treno qualche volta?
Usare i fiumi sarebbe meglio?
C'e' da lavorare per migliorare i collegamenti?
Cosa c'entra il ponte sulla val d'Orcia?
Un'autostrada in mezzo alla val d'Orcia ci starebbe bene?
Quali svantaggi avrebbe?
Che vantaggi porterebbe?
Si potrebbe mimitizzare con dei cipressi e mettere dei limiti a 100km?
E' stato in macchina e in treno in altre nazioni europe?
Grazie.
E' la solita lurida storia della ragione di stato, dell'interesse generale, insomma del businnes di stato mascherato da progresso, che ama stuprare le comunità e le loro buone ragioni. Neanche la Padania....li difende....i paesi della Tav ed i sindaci che si battono per le loro sacrosante ragioni . Lasciamo perdere i soliti deficienti che sprangano...ma le comunità in un paese democratico dovrebbero essere le sole padrone del territori. Ma i partiti sono quasi tutti d'accordo per lo stupro ....Per forza.. sono tutti figli di ideologie ...mica del buon senso e dell'amore per la libertà dell'individuo!!!!Come qui da noi....
Localmente i partiti fanno solo danni e sono i cittadini che devono prendere in mano la situazione
sì PARLIAMONE DI QUESTA VAL D'ORCIA FELIX CHE GUAI ALLE INFRASTRUTTURE!, GUAI A QUALSIASI FORMA DI SVILUPPO! VADE RETRO SATANA DI QUALSIASI SEPPUR COMPATIBILE FORMA DI MODERNITA'!E INTANTO IN VAL D'ORCIA
LE AZIENDE CHIUDONO PER LOCALIZZARSI IN TERRITORI PIù SERVITI DA INFRASTRUTTURE, E INTANTO SULLE STRADE "ROMANE" DELLA VAL D'ORCIA LE PERSONE MUOIONO COME MOSCHE, E INTANTO IN VAL D'ORCIA - QUESTO FANTOMATICO MUSEO A CIELO APERTO - IL TURISMO è AFFIDATO ALLO SPONTANEISMO DEI SINGOLI OPERATORI, E UN VERO SISTEMA DEL TURISMO NON RIESCE A DECOLLARE CON MANCANZA DI REALI BENEFICI PER L'ECONOMIA DEL TERRITORIO AD ECCEZIONE DI QUALCHE PRIVILEGIATO. LE PAROLE INDUSTRIA DEL TURISMO, SISTEMA DI OFFERTA TURISTICA INTEGRATA, PROFITTO E REINVESTIMENTI SUL TERRITORIO, POSTI DI LAVORO STABILI DURANTE TUTTO L'ANNO - E NON SOLO 4 MESI D'ESTATE - SONO PAROLE TABù IN VAL D'ORCIA - FANNO QUASI SCHIFO!
MI CHIEDO : MA DI COSA DOVREBBE VIVERE LA GENTE DI VAL D'ORCIA : DEI CIPRESSINI E DEI TRAMONTI. NON SCARICHIAMO TUTTE LE COLPE SULLA CRISI GLOBALE MA CHIEDIAMOCI NOI IN VAL D'ORCIA SIAMO ANCORA COMPETITIVI O, MEGLIO, VOGLIAMO ESSERLO O PREFERIAMO CRISTALIZZARE TUTTO COME ERA 60 ANNI FA CON TUTTE LE CONSEGUENZE SOCIALI ED ECONOMICHE CHE QUESTO COMPORTA.
CERTO NESSUNO DICE DI DETURPARE, STUPRARE E DANNEGGIARE IRRIMEDIABILMENTE TUTTO MA OGGI LA TECNOLOGIA, LE SOLUZIONI ARCHITETTONICHE E QUANT'ALTRO POTREBBERO PERMETTERE DI AMMODERNARE E CREARE SERVIZI PIù ADEGUATI AI TEMPI SENZA PER QUESTO ROVINARE QUANTO EREDITATO DAL PASSATO E DALLA NATURA.
O INVECE, COME PARE ESSERE, QUI SI VIVE (O SI MUORE, A SECONDA DEI PUNTI DI VISTA) ANCORA DI IDEOLOGIE MORTE E SEPOLTE DALLA STORIA PER CUI L'INIZIATIVA PRIVATA DEVE ESSERE CONTROLLATA E CONTENUTA PERCHè è UN MALE IN Sè; GLI INVESTIMENTI E I PROFITTI DEI PRIVATI, FATTE LE DOVUTE ECCEZIONI, VANNO LIMITATI; DELL'AGGIORNAMENTO E DELL'ARRICCHIMENTO DELL'OFFERTA TURISTICA NON SE NE PARLA PERCHè IN VAL D'ORCIA C'è GIà TUTTO E ... A CHI NON GLI STA BENE VADA DA UNA PARTE CHE SI STA PIù LARGHI!?
nO SIGNORI LA POLITICA DI TUTTI QUESTI NO NON CI PORTA DA NESSUNA PARTE : L'ECONOMIA DI NICCHIA, IL PICCOLO è BELLO HANNO DEI COSTI E DELLE IMPLICAZIONI A VOLTE MOLTO PERICOLOSE E MOLTO SPESSO SONO SOLO PROPAGANDA DEI POLITICI CHE NON SANNO NEMMENO COSA è UNA IMPRESA.
E' L'ORA DI DARSI UNA MOSSA E DI NON FARSI "DIRIGERE" DA QUALCHE POLITICANTE E SEDICENTE INTELLETTUALOIDE CHE COME SANGUISUGHE SFRUTTANO LE VITE DEGLI ALTRI E NIENTE DANNO IN CAMBIO E NIENTE LASCIANO AL TERRITORIO (E DI ESEMPI SE NEPOTREBBE FARE A IOSA).
anonimo delle 09.42 ma che ti fumi la mattina? mi illumini sull' ADLER?
fuma meno!
ecco l'adler è l'esempio lampante di come gli affari di qualcuno hanno avuto il sopravvento sui benefici e sull'interesse generale del territorio. La ricaduta dell'adler sull'economia è pari a zero fatta eccezione per i guadagni fatti da qualcuno -comune di san quirico in primis.
Si può paragonare al villaggio vacanze nel deserto del marocco o in egitto.
Pari a Zero non dirrei, ci lavorano molti cristiani ,anche di Pienza e guadagnano manco male! Vedi massaggiatori per esempio. Poi autisti, cuochi, camerieri, etc. etc. Ci lavarano tutto l'anno, sei informato molto male.
e ogni tanto i massaggiatori danno anche due belle massaggiate alle gnocchette danarose, beato te!
scrivi senza sapere!
Anonimo delle 10.18 non le scrivere le cose non vere, c'e' chi di Pienza grazie all' ADLER dove lavora si e' comprato la casa. Certo ti devi creare una profesione per lavorare da loro, ma i soldi ci sono e guadagni molto bene.
Mi è piaciuto l'intervento delle 9.42, con qualche distinguo ma in linea di massima rispecchia anche il mio pensiero.
Non abbiamo certo bisogno di un parcheggio multipiano, ma di strutture ricettive integrate ed ecocompatibili! L'economia di 60 anni fà non può più tornare, 60 anni fà c'erano le fornaci, le aziende agricole avevano bisogno di numerosissima manodopera, c'erano anche i famosisissimi calanchi che, molto particolari e belli ma non ballavano, ma si dette giù a coloro che li spianavano dandogli degli "sbranatori" ... la nostra immagine più famosa è proprio creata dagli allora sbranatori (leggi desktop di windows XP)
difficile trovare auto ferme a fotografare i calanchi di Radicofani...
Buon dibattito!
Quelli della Piazza pensano che con due mostre e un po' di canto danno da lavorare a tutti, li compatisco perche' ci credono porelli. C'erano le fornaci e tanti contadini nei campi, oggi se vuoi lavorare devi andare via e ste foto fanno anche cagare de stro panorama artificiale fatto di monoculture!!!! Ci vogliono investimenti che portino lavoro altro che canto e mostre .
Come investiresti te? Non credo sia assolutamente colpa della Piazza e neppure dell'allora Pci o Pd, se le fornaci hanno chiuso e se in campagna la politica dei grandi dumeri la fa da padrona. Certo è che per la campagna nessuno ha guidato gli agricoltori a variare, nonostante i bei soldoni dati. Concretizza senza parlare al vento.
intanto voi fate solo du mostre e pulite du fossi , quell'altri non facevano manco quello. Mi so' scassato di sto cesso di paese solo per chi fa' o risturatpore o u barista, mi so' scasso i cabasisi, capiscimi e aitame piazzino .
Credo che la sfida sia quella di mantenersi vigili sulle nuove tecnologie per non rischiare,in futuro, di avere città bandiere arancioni e cittadine di campagna
con un alto grado di inquinamento e degrado dovuto a difficoltà "Pratiche" non affrontate e risolte.
Secondo me sieti diventati un pochino culi, lo vedete che passere che circolano per Pienza? Invece di parlare di Loro vi perdete in questioni senza importanza, ve ne rendete conto?
In questo blog non lavora nessuno?
FINO a Quando la Valdorcia è gestita dall'Amiata ( Serafini responsabile PD area Amiata-Valdorcia) questi sono i risultati!!!! Ora gli va dietro anche il PDL!!!!(Che ridere...)lo strazio non ha maiu fine!!!
Quattro ore di discussione, un’assemblea di gruppo con decine di interventi. E alla fine il Pd ha deciso per l’astensione sulla proposta dell’Idv di abolizione delle Province ed è stato determinante per affossare la norma in Aula alla Camera. Del resto, anche il Pdl che pure si era espresso contro si e’ diviso, con 43 deputati che si sono astenuti. L’Aula ha così respinto il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava le parole “le province” dal Titolo V della Costituzione. I voti contrari sono stati 225, quelli a favore 83. Gli astenuti sono stati 240
Alla fine il PD è pura conservazione di privilegi. In Italia come il Val d'Orcia. Stringi stringi da quello che viene fori alle riunioni di Pienza e Monticchiello è che Pienza deve stare nell'Area dell'Amiata, questo è ankora il programma, dopo due anni dalle elezioni, il Ser è responsabile dell'area Amiatina e lavora per riportare Pienza sull' Amiata e sotto quella dirigenza fallimentare e assistenzialista da tutti punti di vista. Mi pare che è servito a poco le l'elezioni ultime. Alemeno La Piazza ci ha tirato fori da questa cacca. Ora il Ser'& Affini con l'aito dela destra affarista e montequasquina di pienza ci vole riportà in Montagna.Ma la farà lunga!!!
Lo Sgramma nuovo segretario di Forza Italia ? Si va verso il suicidio politiko!! Io NO!
per come scrivi, l'unico che si deve suicida' sei te, povero ignorante...
Effettivamente certe battute non sanno di niente.
Io sono contento che il PD continui a voler portare Pienza sull'Amiata, contento ed anche parecchio!
L'Amiata e la Val d'Orcia sono la stessa cosa da secoli, chiaro ormai, solo i sovversivi non lo capiscono.
In quanto alla destra pientina io non ne sarei troppo sicuro dell'appoggio al progetto.
Ma il Dottor Freud che ne penserà?
Palle guarda che l'aiuto della destra la avuto la piazza e basta!
PIo II ? Vedrai..era minatore di sicuro, isu babbu cavava immercuriu e lui anche. E'dal quattrocentu che semo una cosa sola!!!Viva Piu minatorre !!!Ale proxine elezioni vincemo di securo e tornamo tutti a casa, all'Abbàdia..all'Abbàdia !!!er mej spedale che Nottula!!!!Tutti li semo nati!!!
L'uomo delle caverne dovrebbe porre le domande a chi ha la vera responsabilità di questo stato delle cose Cioè i partiti di dx e di sx che in modo bipartisan hanno sostenuto il pensiero unico del mercato
La mutazione del capitalismo
Ecco il testo di una intercettazione impossibile. Si tratta di una lezione agli studenti che sarà svolta da un ignoto docente di storia economica contemporanea verso la fine del ventunesimo secolo. Riguarda "la mutazione del capitalismo nel ventesimo secolo".
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«A circa tre quarti del ventesimo secolo i governi dei paesi anglosassoni, Inghilterra e Stati Uniti, presero la storica decisione di liberalizzare i movimenti internazionali dei capitali. Diventò possibile trasferire capitali da un punto all´altro del mondo alla ricerca del massimo profitto. Fino ad allora, nel regime instaurato a Bretton Woods questa possibilità era stata assoggettata a severe limitazioni.
Queste limitazioni avevano reso possibile un patto fondamentale tra capitale e lavoro, cuore del compromesso tra capitalismo e democrazia, che contraddistinse quella che fu chiamata da un grande storico di quei tempi l´età dell´oro. I capitalisti rinunciavano alla ricerca del massimo profitto e i sindacati alla piena utilizzazione del loro potere contrattuale. Ambedue subordinavano le loro pretese al vincolo dell´aumento della produttività. Si chiamava politica dei redditi e assicurò qualche decennio di crescita sostenuta accompagnata da alta occupazione del lavoro e da equilibrata distribuzione dei redditi.
La liberazione dei movimenti di capitale fece saltare questo tacito patto con conseguenze economiche e sociali contraddittorie.
Masse di capitali affluirono nei paesi poveri suscitandovi imponenti processi di sviluppo soggetti a improvvisi e devastanti deflussi. Nei paesi ricchi quella decisione provocò invece una vera e propria mutazione del capitalismo.
La ricerca del massimo profitto nel minimo tempo sviluppò le attività finanziarie e speculative rispetto alla produzione reale. Ne risultò un rallentamento della crescita e uno spostamento dei redditi dal settore reale a quello finanziario accompagnato da un aumento vertiginoso delle diseguaglianze. Sul piano mondiale si verificò un altro processo sconvolgente. Il risparmio dei paesi poveri investiti dallo sviluppo fu attratto dai mercati finanziari dei paesi ricchi che gli garantivano sicurezza e rendimenti elevati. Invece di alimentare i bassi consumi dei primi finanziò i consumi eccessivi dei secondi instaurando una condizione di squilibrio permanente delle bilance dei pagamenti.
Ma gli squilibri non si produssero soltanto nello spazio, investirono il tempo. L´accumulazione finanziaria fu finanziata sempre più dai redditi futuri, sotto forma di indebitamento: come dire, vivendo alle spalle dei posteri. Questo fenomeno assunse caratteristiche sistematiche, al punto che un economista definì il nuovo capitalismo come il regime economico in cui i debiti non si pagano mai, ma sono sistematicamente rinnovati.
Qualcuno di voi mi domanderà: era sostenibile una tale condizione di cose? La risposta è: no. Infatti, verso l´inizio del secolo ventunesimo una crisi violenta provocata dal collasso dei debiti del settore immobiliare in America travolse i mercati mondiali. La grande crisi che l´aveva anticipata, negli anni Trenta di quel secolo, era stata superata grazie (si fa per dire) alla seconda guerra mondiale; ma anche, immediatamente prima e immediatamente dopo di quella, a un decisivo spostamento dalla guida privata alla guida politica dell´economia.
Invece, quella nuova e altrettanto devastante crisi fu superata brillantemente rifinanziando i soggetti che l´avevano promossa: banche e intermediari finanziari. Il costo fu pagato dai lavoratori rimasti senza lavoro e dai contribuenti. Ciò diede luogo a forti disavanzi pubblici che furono vivamente contestati dai "mercati" che l´avevano suscitati, e che furono repressi con severe misure di taglio delle spese sociali.
Dopo qualche pausa di riflessione il meccanismo dell´accumulazione finanziaria riprese, pur se con qualche deplorato ritardo, esattamente nelle stesse forme e modalità. Voi mi chiederete…».
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A questo punto l´intercettazione, purtroppo, si interrompe. Dobbiamo immaginarci noi la domanda. E, soprattutto, la risposta.
Giorgio Ruffolo
Scrivi non copiare! somaro!
Copia invece! Riporta e riportate tutti gli articoli del genere che illuminano gli ignoranti come me e come tanti altri! A certe persone non piacciono queste comunicazione perchè hanno paura che l'ignoranza abbandoni il popolo ed i furbi non possano proseguire le loro scorribande in nome e con la bandiera della democrazia spiegata!
Partiti e zecche attaccate, l'informazione sarà il vostro antiparassitario letale!
Somaro dovevi scriverlo con la maiuscola, a te cosa diamo, del duro? Ti danno noia davvero certi articoli? Ma li capisci o te li spiegano? ti dicono di dire il contrario a prescindere? Viava la libertà di pensiero e di informazione, grazie a chi la fà!!!!!!!!!
UN SONDAGGIO SULLA TAV CHE"SCUOTE IL CENTROSINISTRA TORINESE"
A scriverlo è La Stampa di oggi e tenuto conto della canea che questa testata ha scatenato in questi giorni contro il movimento NoTav la cosa si annuncia interessante.
Si tratta di uno studio dell’Università di Torino su un campione di 653 elettori delle primarie Pd dello scorso ventisette febbraio. Con tutte le cautele del caso, alcune indicazioni sono assai istruttive. Vediamo in sintesi.
Primo. Gli stessi stretti elettori del Pd e della coalizione di centrosinistra - quelli che partecipano alle primarie - non sono affatto allineati sulle posizioni SiTav. La base risulta spaccata. Quasi il 40% si dichiara contro, più un 12% che “non sa”. Siamo a oltre il 50% di non espressamente favorevoli di contro a un 48% favorevole di cui però solo il 22% incondizionatamente mentre un altro 26% guarda all’alta velocità solo come a “un’opportunità”. Se si prende solo l’elettore Pd i favorevoli sono al 55%. Ma se si guarda alle fasce d’età nell’insieme, il dato giovanile significativamente si sposta a favore dei contrari o comunque dei dubbiosi verso la To-Lione con una vera e propria cesura nelle preferenze collocata dagli over cinquantacinque in su.
Secondo. Lo studio sottolinea come il campione non sia affatto informato sul progetto alta velocità. Solo il 17% sa esprimersi sull’ipotesi di tracciato. Ovviamente non si dice che questo è, anche, un risultato voluto dal partito trasversale degli affari che non può andare oltre le declamazioni retoriche su l’Europa ce lo chiede, un’occasione da non perdere ecc. ecc. non avendo uno straccio di ragionamento convincente in grado di creare reale consenso, tanto meno consenso attivo nello stesso capoluogo piemontese! Figuriamoci altrove.
Terzo. Altrettanto significativo è l’evidente dissenso rispetto all’ipotesi di espulsione dei sindaci pidiessini della valle contrari all’opera. Il 61 % si dichiara esplicitamente contro, solo il 25% a favore.
Che dire: i vertici torinesi del Pd, secondo La Stampa, sono scossi. Forse si rendono conto che la manipolazione mediatica non basta? Non solo. La giornata del tre luglio e la resistenza che seguirà costringeranno molta gente comune al di fuori della valle a chiedersi che cosa sia realmente questa alta velocità e dove sarebbero tutte queste “opportunità” - tanto più in un contesto di crisi globale in cui la tempesta finanziaria si approssima all’Italia - e chi è chiamato a pagare, per chi e che cosa...
Una ragione in più per il movimento NoTav per resistere e scardinare il presunto “consenso” all’opera. C’è molto fruttuoso lavoro da fare in questa direzione anche dove meno ce lo aspetteremmo...
La mancanza di comunicazione è sempre una delle cause principali, in questo il berlusca insegna e primeggia. I pdini cercano sempre di copiare, anche loro adesso hanno i circoli e scendono in campo (beninteso non quello agricolo) ma come recita un famoso proverbio, non sanno gestire e si mettono a litigare su chi deve prendere di più, annullando in breve anni ed anni di lotte e conquiste sociali.
Il PD ormai è un partito conservatore moderato con qualche ragazzotto illuso in libera uscita!!!Quanto scritto lo dimostra !!!
Il PD come il PDL e altri è solo un partito che proviene dalla scuola Hegeliana, destra o sinistra non conta. Hanno entrambi il culto dello Stato e dell'interesse di stato, contro quello dell'individuo. Per questo a molti noi fanno schifo tutti e due. Troppo difficile il concetto? Vi mando il Bignami!!!
mandaci il bignami ok ma........ magari avessero il senso dello stato!
Hanno il senso del quattrino vedi Dalema e la sua fondazione!!! e l'indagine Enalc della magistratura sui pizzini !!!Ca niscuno è più fesso!!!!A Serafi' non ci convinci più!!! sete come tutti!!!
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