Il Sì all’acqua pubblica uscito dalle urne lo scorso giugno rischia di vedere i suoi effetti allontanarsi nel tempo, imprigionando la volontà popolare nelle pastoie giuridiche della giustizia amministrativa. E’ questa la tattica che i gestori privati dell’acqua hanno messo in campo subito dopo il voto dei ventisette milioni di italiani il 12 e 13 giugno scorsi, preparando le battaglie legali che potranno affollare i Tribunali nei prossimi mesi.La mossa avviata da Acea - primo operatore idrico, società quotata in Borsa – che ha chiesto ad un giurista esperto quali armi tecniche utilizzare per contrastare la volontà dei cittadini italiani, è arrivata all’indomani del voto, dopo un Consiglio di amministrazione dove predominavano le facce cupe. Un parere contenuto in un documento di sedici pagine – che il'l fattoquotidiano.it' ha potuto consultare – con la pesante firma dell’avvocato Giulio Napolitano, ordinario di diritto pubblico a Roma Tre, uno dei due figli del Presidente della Repubblica – che gira dallo scorso giugno riservatamente tra i gestori dell’acqua, citato nei Consigli di amministrazione di tante Spa che si occupano di risorse idriche. Un dossier articolato, inviato a Renato Conti, manager della multinazionale romana, a capo della Direzione funzione legale, quando nelle piazze ancora si festeggiava la vittoria dei Sì.
Da noi Acea è la partner dei Comuni del Fiora, società che continua farci pagare abusivamentem 19 euro in più in ogni bolletta, dopo la vittoria sul referendum. La complicità dei partiti e del PD in particolare in questa gestione è da far conoscere a tutti.
13 commenti:
E' la dittatura dei partiti merdosi
Dopo il referendum sul finanziamento ai partiti che è stato neutralizzato..dopo questo referendum che si vuole rendere inutile...CHE SCHIFO L'ITALIA RAGAZZI!!!!NAPOLITANO ? NON CI INCANTA PIU' MANDATELO IN PENSIONE!!!
democratici abbestia... loro sono con il popolo
Si loro sono sempre con il popolo delle multinazionali...o delle società del businnes ..Cocete le bistecchine all'Unità..cocete..non avete ancora capito niente....popolo bue MUUUU !!
Qui hanno poco da obiettare, l'ente è stato un bel serbatoio di posti locali. 19 euro a famiglia per loro sono un bell'introito, non possono privarsene per un ideale!
Adeso sistemera' tutto la grande scossa, crolli nel raggio di 300km sono previsti, mi auguro che spiani Pienza, Montepulciano, San Quirico D'Orcia,Siena, Firenze , Monteriggioni, e tutti i paesini storici che vivono di turismo, spianare tutto e risolvere tutti i problemi del caro ristorante fatto solo per il turista, delle bici che girano per le strade , dei parcheggi a pagamento, tutto finito sarebbe, si ritornerebbe alla realta' di una volta poco lavoro, pochi soldi e tanti sorrisi in piu'! Grazie grande scossa, vieni e spiana tutto per favore!
A me sembra che il tuo cervello si sia spianato anche senza scosse...Ma te dove vivi??Perchè tanto astio per il turismo???
Spiegacelo, invece di delirare, forse hai ragione, o forse no....
Mi chiedi il perche'! E' tutto finto, questo e' il perche'! solo un vecchio americano mi fece commuovere quando disse: giovane, guarda quei buchi nel muro, sono dei nostri fucili, come era differente. non ho altro da aggingere, mi auguro solo che il terremoto spiani tutto.
Speriamo che devii a San Quirico ..nel conigliolaio!!
Si chiamano partiti. Nel senso della testa....Ogni referendum perduto, non lo rispettano..Ma dove siamo nel paese bananiero?
Napolitano, ma che democrazia è? Coll'acqua e il finanziamemnto pubblico dei partiti è successo come se al tempo di monarchia e repubblica avessero rimesso il Re !!!Viva il re?
NON C'ENTRA NIENTE CON L'ACQUA MA RENDE MOLTA CHIAREZZA SU CECCUZZI
Dall’intervista di Carlo Riva all’ex direttore de “La Nazione” Mauro Tedeschini per il numero in edicola di “Prima Comunicazione”, l’autorevole periodico dedicato al sistema dell’informazione.
Prima – Qualche mese di pace e poi scoppia la storia con il sindaco di Siena.
M. Tedeschini – Un’esperienza sconcertante con degli elementi di brutalità che non mi sarei mai aspettato. Tutto è partito nel tardo pomeriggio del 16 aprile da una telefonata con la quale il capo della redazione di Siena mi avvisa di un comunicato della Fondazione del Monte dei Paschi, che in qualche modo rispondeva a una richiesta del Comune per ottenere una fideiussione di buoni comunali che l’amministrazione senese voleva emettere per finanziare il bilancio. Me lo sono fatto girare e si trattava di un comunicato civile nel quale si spiegava che, per accordi presi con i creditori al momento dell’aumento di capitale del Monte, la Fondazione non poteva toccare lo stato patrimoniale – che comprendeva le fideiussioni – fino al 30 di aprile. Il capo della redazione di Siena, Tommaso Strambi, intendeva ovviamente pubblicare la nota, firmata dal presidente Gabriello Mancini, e io gli dissi che non vedevo motivo per non farlo. Poi non ci ho pensato più, ritenendola solo l’ennesima puntata della vicenda Monte dei Paschi, di cui tutti i giornali si sarebbero occupati.
Prima – E quando è scoppiato il patatrac?
M. Tedeschini – La mattina successiva passa tranquilla. Alle 13,55 prendo il treno per andare alla sede bolognese della Poligrafici per un incontro sindacale, ed è durante il viaggio che mi telefona Andrea Riffeser furibondo. Mi dice che gli avevo arrecato un danno gravissimo e mi spiega che il sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, aveva protestato per l’articolo con il comunicato della Fondazione Mps, e che aveva fatto saltare un incontro con lui già programmato per il venerdì successivo. Gli ho risposto che si trattava di un comunicato ufficiale e che, se voleva, avrei chiamato Ceccuzzi, magari per proporgli come si fa in questi casi un’intervista con cui spiegare le sue posizioni. Riffeser non sente ragioni. Cade la linea telefonica e, quando lo richiamo, continua a ripetermi che non capisco, che si tratta di una vicenda gravissima e che arrivato a Bologna devo andare da Luca Ceroni, il condirettore generale della Poligrafici. Ci vado e Ceroni un po’ imbarazzato mi comunica che l’editore aveva deciso di interrompere il nostro rapporto di lavoro. In pratica un licenziamento. Saranno state le 15,30. Poco dopo viene comunicato il nome del mio sostituto, Gabriele Cané.
Prima – La notizia ha fatto clamore. E Riffeser avrebbe poi detto al comitato di redazione che si è trattato di un momento di rabbia.
M. Tedeschini – Mi telefona gente da tutta Italia per farmi i complimenti per il comportamento rigoroso. Ma io non ho fatto nulla di eroico. Ho solo cercato di realizzare il giornale che mi era stato chiesto di fare. Alla fine ti rendi conto però che ti muovi su un campo minato, per tutta una serie di equilibri e di legami maturati negli anni attraverso una serie di piccoli e grandi compromessi. Sistemi di potere, accordi e intrecci per cui, appena ti muovi e tocchi dei tasti sensibili, scatta subito la reazione.
Prima – Forse ha sbagliato a pensare che se faceva un giornale che piaceva ai lettori e aumentava le copie poteva anche prendersi qualche libertà rispetto a poteri locali che in Toscana, tra ex Pci e massoni, non scherzano.
M. Tedeschini – Ho paura che alla fine siano gli stessi editori a non credere più nel ruolo e nella possibilità di avere successo con i giornali. E se le cose stanno così cosa resta da fare a un direttore?
Questa è la politica senese. Regime? A leggere qui come la volete chiamare? C'è bisogno di pulizia...ma solo il disastro la potrà fare..
Meno male che ci sono il Blog, come in Cina e a Cuba, dove solo nei Blog si sa la verita' !!!Ma non vi vergognate?
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