mercoledì 5 marzo 2014

'La grande monnezza'...il cinema mortuario italiano

Il film di Sorrentino conquista l'Oscar, ma....piace più agli americani che agli italiani.  Ecco' Italia-Cialtrona', nel disincanto di Tony Servillo scorre la rassegnazione italiana che passa per il 'fellinismo' buono per tutte le epoche. Ma Fellini era un'altra cosa e La Dolce Vita era l'icona di un  paese che stava per decollare. La grande bellezza' invece, a parte l'efficacia narrativa di attori e regista, è un cinema mortuario, l' icone funebre di un paese allo sbando, l' epitaffio cupo di una città  morta, dove fra cocaina che scorre a fiiumi, eminenze sempre più grigie, la politica  marcia sullo sfondo, fa pensare solo alla ' grande monnezza' di una classe dirigente corrotta e corruttrice, un mondo senza speranza, dove i giovani  in carriera sono più vecchi dei loro nonni...Insomma in questa 'bellezza' c'è poco da stare allegri. Come se l' Oscar fosse andato alle Pompe Funebri  'Italia'.

3 commenti:

P ha detto...

...a me è piaciuto il film, l'Italia che racconta, nell'esagerazione cinematografica è abbastanza reale

Innamorato ha detto...

Bacon,il pittore,dipinge la disperazione ma la sua pittura è travolgente di bellezza. Attenzione si al significato ma buttate un'occhio alla forma. A COME viene dato"corpo" alle cose.

billo ha detto...

il problema non il film... ma quello che racconta....una immondezza... giusto..cioè l'Italia che comanda