Rolex degli amici sauditi per gli italiani in trasferta, la bicicletta degli alleati giapponesi per Matteo Renzi. In questa vicenda dei regali di Palazzo Chigi manca la precisione. E non per penuria di orologi. Anzi, i cronografi sono fin troppi. E molto nascosti, un po’ sperduti, tra risse notturne nel palazzo reale di Ryad – fra la delegazione di Roma per ghermire la scatoletta con il congegno svizzero – e gli stessi orologi preziosi che Renzi sfoggia dai primi mesi di domicilio a Palazzo Chigi: un paio di Rolex, di sicuro unDaytona, un vistoso Audemars Piguet. Li ha comprati di recente? Li ha ricevuti dai capi di governo stranieri? Più che la precisione, allora, occorre la trasparenza. Renzi tace sui doni di Stato.