Caro Fabio,
Senza nulla togliere a Dylan, che è, e resta, nella storia della cultura pop, anzi Pop, una pietra miliare dal punto di vista musicale e dell'impegno civile, mi interrogo su cosa si intenda oggi per letteratura. Qual è insomma lo statuto del testo letterario. Gli entusiasti per il premio Nobel a Dylan mi sembrano plaudire più a una prova inopinata di anticonformismo dell'Accademia di Svezia, che a un merito finalmente riconosciuto. Anche perché Dylan, entrato già da tempo nell'Olimpo della canzone d'autore, non ne aveva bisogno.
È facile dire che poesia e musica sono nate insieme e dunque che il premio a un cantautore 'ci sta'; né si può contestare che sia illegittimo confinare le arti in perimetri che loro stesse non si sono mai imposti o cercati. Siamo tutti d'accordo su ciò. Ma è anche vero che la letteratura per secoli ha percorso e ancora percorre una strada propria, fatta di contenuti (etici, estetici, morali), ma anche di forme, di linguaggio, di stile. Ed è in questo specifico aspetto che si distingue da tutte le altre altri. In questo suo proprio linguaggio è il suo essere letteratura. E questo linguaggio è indubbiamente diverso da quello della poesia musicale.
Senza voler togliere nulla alle parole in musica (e proprio noi Italiani, connazionali di Metastasio, padre del melodramma, come potremmo farlo? tanto più che i nostri Tenco, Dalla, Battisti, Gaber, Mogol, De Gregori, Jannacci ecc. rappresentano in modo egregio questa arte), penso la scelta dell'Accademia di Svezia sia semplicemente impropria.
Ma questa è soltanto l'opinione di un lettore... perplesso.
Un saluto affettuoso
Senza nulla togliere a Dylan, che è, e resta, nella storia della cultura pop, anzi Pop, una pietra miliare dal punto di vista musicale e dell'impegno civile, mi interrogo su cosa si intenda oggi per letteratura. Qual è insomma lo statuto del testo letterario. Gli entusiasti per il premio Nobel a Dylan mi sembrano plaudire più a una prova inopinata di anticonformismo dell'Accademia di Svezia, che a un merito finalmente riconosciuto. Anche perché Dylan, entrato già da tempo nell'Olimpo della canzone d'autore, non ne aveva bisogno.
È facile dire che poesia e musica sono nate insieme e dunque che il premio a un cantautore 'ci sta'; né si può contestare che sia illegittimo confinare le arti in perimetri che loro stesse non si sono mai imposti o cercati. Siamo tutti d'accordo su ciò. Ma è anche vero che la letteratura per secoli ha percorso e ancora percorre una strada propria, fatta di contenuti (etici, estetici, morali), ma anche di forme, di linguaggio, di stile. Ed è in questo specifico aspetto che si distingue da tutte le altre altri. In questo suo proprio linguaggio è il suo essere letteratura. E questo linguaggio è indubbiamente diverso da quello della poesia musicale.
Senza voler togliere nulla alle parole in musica (e proprio noi Italiani, connazionali di Metastasio, padre del melodramma, come potremmo farlo? tanto più che i nostri Tenco, Dalla, Battisti, Gaber, Mogol, De Gregori, Jannacci ecc. rappresentano in modo egregio questa arte), penso la scelta dell'Accademia di Svezia sia semplicemente impropria.
Ma questa è soltanto l'opinione di un lettore... perplesso.
Un saluto affettuoso
2 commenti:
giusto mi pare...
Io personalmente non sono contrario al Nobel per Bob Dylan
Credo che il Nobel venga assegnato per motivi che superano la semplice qualità letteraria e vadano a cercare i contenuti i messaggi e la capacità di coinvolgere le persone.
Se possiamo ritenere i testi delle canzoni forme letterarie a pieno titolo, credo che il messaggio che Dylan ha affidato alle proprie composizioni abbia davvero raggiunto la mente e il cuore di giovani ed ex giovani dagli anni '60 ad oggi.
Se lo spirito del Nobel risiede sulla capacità di incidere nella società il premio appare meritato.
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