PROFETI IN BICICLETTA
Nella storia del ciclismo italiano sono state frequenti le
fortunate contaminazioni fra sport e letteratura. Il ciclismo ha spesso affascinato gli scrittori e i poeti, poiché a differenza di altri sport che si svolgono in luoghi
circoscritti, quello della bici è attività che vede sempre l’uomo solo in mezzo alla natura, in
lotta con la montagna, il caldo, il gelo, il
sole, il vento, talvolta la neve.
Il ciclismo è di per sé sport eroico, dove ogni corridore deve
imparare a fare i conti prima di tutto con se stesso, per cercare dentro le risorse fisiche e morali necessarie a resistere alle avversità; solo in un secondo momento per provare a vincere. Due sono dunque le
vittorie possibili per un ciclista; quella con se stesso e quella con gli altri corridori.Gli scrittori ed i
poeti sono sempre stati affascinati da
questo duplice aspetto ed hanno venerato nel ciclista l’eroe omerico o romantico in lotta
contro gli dei e la natura nemica. Atleta teso nello sforzo titanico di vincere la natura e la montagna, la sua nemica, prima di poter raggiungere i suoi obiettivi del lungo viaggio.
Primo Volpi, scalatore di montagne famose, ebbe la ventura di essere raccontato da grandi giornalisti
e da uno scrittore neorealista come Vasco Pratolini, che al seguito del Giro fu
colpito da questa figura di atleta giunto alla maturità, descritto spesso come antico guerriero in lotta contro il Fato. Nel libro che alcuni anni fa abbiamo scritto per raccontare questa storia, si trova il poemetto di un
poeta senese già finalista al Premio Viareggio, prestigioso concorso
annuale dei poeti italiani, un artista noto di nome Massimo Lippi, che ha perfettamente celebrato e cantato la
figura di Primo Volpi in chiave epica.
Trattando di
narrazioni sportive occorre tenere conto
di un fatto: la 'Storia dello Sport 'è
cosa bella e importante, ma ancora più importante è lo ‘Sport che si fa storia’
e questo è successo tante volte nella storia italiana. Volpi è stato
protagonista due volte in questo genere di esperienza.
La prima volta nel 1948, quando con Bartali vincendo il Tour de France, contribuì a pacificare gli
animi di un’Italia sconvolta dall’attentato a Palmiro Togliatti. Tragedia che spinse il
paese sull’orlo della guerra civile; Volpi corse nonostante che fosse ferito dopo una caduta nella tappa decisiva per la vittoria di Gino Bartali.
In questo caso Volpi fu profeta dello sport e non solo; attraversando in bici
le nazioni europee, il Giro d'Europa vinto da lui anticipò quello che sarebbe successo ai tempi
nostri; la nascita di una nuova realtà geopolitica, di una nuova moneta e l’affermazione nel
mondo dello sport e del ciclismo di un’idea di Unità Europea e di sport europeo che da allora in poi su sarebbe affermata. Oggi tutti i grandi Giri non si limitano più al territorio nazionale, ma prendendo spunto da allora, attraversano anche i territori delle nazioni europee vicine.
Infine un ultimo messaggio lanciato da Primo Volpi alla sua
terra. Nessuno sa meglio dei ciclisti veterani che la storia della bicicletta ha fatto rima da sempre con la parola povertà e con la
parola riscatto, sociale e sportivo. In Valdorcia Primo Volpi, che
proveniva da una famiglia di mezzadri
con numerosi fratelli, fu con le sue vittorie e il suo mito, profeta di un futuro
migliore, di una rinascita economica e sociale della Valle, anticipando quello
che sarebbe successo tanti anni dopo ; la nascita della Valdorcia dell' Unesco e del parco ciclistico oggi amato da
ciclisti di tutto il mondo, con le sue strade bianche, patrimonio storico riconosciuto della valle e ben conservato.
(fp)
Veterani dello sport, la sezione empolese intitolata a Primo Volpi
Nell'occasione sarà presentato anche il libro dedicato al campione del ciclismo
Pubblicato il
Ultimo aggiornamento:
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Empoli, 4 ottobre 2017 - Si terrà sabato 7 ottobre, alle 16, al Cenacolo degli Agostiniani, in via dei Neri a Empoli, la cerimonia di intitolazione a "Primo Volpi" della sezione empolese dell'Unione Nazionale Veterani dello Sport, presieduta da Leonardo Mazzantini. Nell'occasione sarà anche presentato il libro "Primo Volpi - Una leggenda nata in Val d'Orcia"(Editore Donchisciotte), dedicato a questo grande campione del ciclismo. La relazione sarà a cura di Fabio Pellegrini che è anche uno degli autori.
Durante la serata ci sarà modo di parlare del ciclismo eroico degli anni '30, '40 e '50 insieme a Paolo Bruschi, e inoltre dello sport empolese insieme al giornaliste ed editore Carlo Fontanelli.
Sarà presente anche il Presidente della Unvsregionale Paolo Allegretti. La serata sarà coordinata dalla giornalista Irene Puccioni.
Sarà presente anche il Presidente della Unvsregionale Paolo Allegretti. La serata sarà coordinata dalla giornalista Irene Puccioni.
Nella sala degli Agostiniani sarà anche allestito un piccolo spazio con i cimeli del grande ciclista gentilmente concessi dai figli Gianni e Maria Luisa Volpi: una bicicletta, una maglia e altri pezzi unici.
L'evento è aperto a tutta la cittadinanza
L'evento è aperto a tutta la cittadinanza
2 commenti:
GRAZIE FABIO.
Contano i fatti come questi ed i precedenti, non le parole...e basta, poi nessuno è perfetto, ma il mondo è diviso in due: quelli che giocano...e rischiano.. e quelli che stanno in tribuna a fare polemichette...col popcorn..bravi!
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