venerdì 5 luglio 2019

LA PRE-SCISSIONE DI RENZI in una lettera a Repubblica

Una lunga accusa al Partito democratico sulla gestione del tema migranti, ma nessuna ammissione di responsabilità personale in quanto leader fino al 2018. Matteo Renzi ha scritto una lettera a Repubblica nella quale attacca “l’aver esasperato il tema degli sbarchi” e il “poco coraggio sullo Ius soli“. Secondo l’ex premier e segretario il “declino del partito”, appunto, è iniziato quando si è esasperato “il tema arrivi dal Mediterraneo”, ovvero “quando nel funesto 2017 abbiamo considerato qualche decina di barche che arrivava in un Paese di 60 milioni di abitanti, ‘una minaccia alla democrazia’”. E allo stesso tempo “si discuteva lo Ius soli senza avere il coraggio di mettere la fiducia come avevamo fatto sulle unioni civili”. Se la prende quindi, con l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti e poi con l’ex premier Paolo Gentiloni: con il primo per il sostegno e i fondi alle motovedette libiche, con il secondo per la decisione di non sostenere la legge di riforma della cittadinanza. In quell’epoca però Renzi mai espresse simili posizioni o fece pressioni, prima da premier e poi da segretario, perché la linea del partito cambiasse. E non solo, proprio a luglio 2017, pubblicò il suo libro “Avanti” in cui scrisse: “Bisogna uscire dalla logica buonista e terzomondista per cui abbiamo il dovere di accogliere tutti quelli che stanno peggio di noi”. Perché “non possiamo accoglierli tutti noi”. Oggi, a distanza di due anni, sembra aver cambiato completamente la sua posizione e attacca i colleghi

1 commento:

Anonimo ha detto...

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