sabato 4 aprile 2020

Le 'pestilenze nell'antichità. Leggete Seneca e Lucrezio, ma anche ispiratevi al dio Vertumno.

Maurizio Bettini, Università di Siena, docente di Filologia Classica ha spiegato ieri in una intervista : due autori classici aiutano a capire le pestilenze, fin dal tempo in cui l'uomo ci lottava senza mezzi:  Lucrezio e Seneca.  Lucrezio aveva l'amore per il pensiero scientifico e come l'epicureismo  si poneva in opposizione al pensiero religioso, proponeva di indagare la natura e studiare la 'pestilentia' senza subirla passivamente. Seneca e lo stoicismo invece  esortano alla sopportazione del dolore e della morte, all'amore per il genere umano e alla ricerca della 'vera libertà' , quella che si conquista dentro di noi.   Bisogna, come  diceva Marco Aurelio nei 'Pensieri' 'Non  lasciarsi trascinare totalmente dalla 'rappresentazione'' della tragedia' ( e nel tempo dei Media...meditare su questa antica verità).  Poi, come diceva Manzoni, guai se il buon senso ha paura di mostrarsi per paura del senso comune ( seguire il pregiudizio  e le credenze degli untori...anche oggi...). Bettini :' Non credo ai profeti di sventura, quelli che dicono ' dopo la fine dell'epidemia nulla sarà come prima, tutto cambierà, saremo diventati altri. Forse che un paio di mesi di isolamento possono mutare abitudini e  costumi consolidati da secoli? Quando tutto questo sarà finito saremo tristi per i nostri morti, saremo preoccupati, e ahimè, anche in sofferenza per la nostra economia; ma continueremo a vivere più o meno nello stesso modo di prima'.  Bettini ha dedicato un libro al dio Vertumno il dio del mutamento, il dio  dell'impermanenza, un dio simpatico, allegro, capace di assumere tutte le forme che vuole. Insomma i profeti di sventura non devono abitare fra di noi.. .

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cambiare? E quando mai..Siamo duri come il coccio!!!