mercoledì 9 settembre 2020

SCUOLE IN ITALIA. Primi dubbi sulle aperture, primi casi di contagio.

 Quattro annunci di positività, tra cui un falso allarme, decine di presidi che chiedono di rinviare l’apertura, e la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che in Senato avverte: «Il rischio zero non esiste». A cinque giorni dalla ripresa delle lezioni in 13 regioni (cinque hanno già chiesto e ottenuto di riaprire il 24 settembre), si aprono nuovi fronti per conciliare il rientro a scuola e l’emergenza sanitaria. Il primo è quello dei contagi, che erano stati messi in conto, ma che - quando diventano reali- gettano nel panico gli operatori, e complicano la già complessa riorganizzazione dei tempi e degli spazi. A Mondovì, nel cuneese, l’asilo nido comunale riaprirà il 14 settembre, anziché oggi come previsto, perché un addetto è risultato positivo al Coronavirus. È scattata la quarantena invece in un asilo nido di Pergine Valsugana (Trento), dopo che un bimbo è risultato positivo. Positiva pure un’educatrice del nido comunale di Montebelluna (Treviso): i primi sintomi dopo una festa privata, e ora l’Asl sta provvedendo a sottoporre a tampone tutte le persone con cui è venuta a contatto. Anche in Emilia Romagna uno studente di scuola superiore, iscritto ai corsi di recupero, è risultato positivo: le persone che sono state nell’aula con lui- una docente e altri studenti- saranno sottoposti a tampone. È risultato invece negativo il bambino della scuola dell’infanzia di Crema: la classe era stata messa in quarantena dopo le prime linee di febbre, ma il risultato farà riaprire già oggi. ( Corriere della Sera)

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