Mario Guidotti se ne è andato, lasciando di sé un grande ricordo. Era nato a Montepulciano nel 1925, giornalista professionista, scrittore, operatore culturale ed esperto di comunicazione, era stato uno dei protagonisti nella trasformazione del Teatro Povero nel 1969, divenuto da teatro popolare , ‘autodramma’ . Guidotti promosse e fece conoscere in tutto il mondo l’esperimento teatrale di Monticchiello ed è considerato oggi uno dei padri fondatori. Per dodici anni fu l’ispiratore degli auto drammi. Ma la sua attività politica e culturale nacque e crebbe nell’ambiente dell’antifascismo liberale e cattolico poliziano nato intorno al Conte Bracci e nel suo celebre ‘salotto’. Di questo movimento fu un dirigente giovanissimo nella clandestinità vissuta con a Lidio Bozzini scomparso alcuni anni fa. Insieme fondarono il gruppo dei Cristiano Sociali che prese parte alla Resistenza. Guidotti e Bozzini furono infatti combattenti nella Battaglia di Monticchiello e protagonisti della politica del dopoguerra nelle file del cattolicesimo impegnato in politica.
Mario Guidotti si era laureato in Letteratura Contemporanea all’Università di Roma ed è quindi entrato nel giornalismo professionale con “Il Quotidiano” e “L’Avvenire”. Nel 1963 è stato assunto alla Camera dei Deputati come Capo dell’Ufficio Stampa del Presidente Bucciarelli Ducci, rimanendo poi con i successivi Presidenti, Ingrao, Pertini, Iotti, Napolitano.
Dall’Ufficio Stampa della Camera è passato all’Ufficio Cultura dove ha operato anche negli ultimi anni.
Come scrittore ha pubblicato saggi di storia e critica letteraria e sociologica (tra cui “Lo scrittore disintegrato”, “Essere e dire”, Il Centro e il Labirinto”, “Sandro Pertini, una vita per la libertà”) presentati anche in Istituti di Cultura all’estero (New York, Toronto ecc.) e come giornalista ha collaborato e collabora a varie riviste.
Ma la sua vocazione culturale si è espressa anche in altri settori, soprattutto con l’ideazione e l’organizzazione di mostre di sculture all’aperto in Italia e all’estero (tra la tante, dal 1971 cura “Forme nel Verde” a San Quirico d’Orcia e ha organizzato dieci mostre in Kenya). Per questa ragione era molto popolare anche nella cittadina del Barbarossa, dove aveva molti amici e si recava spesso quando la salute glielo permetteva.
Mario Guidotti fu molto attivo anche nel settore dei Premi letterari e giornalistici, ha fondato a Montalcino il “Premio Barbi Colombini” per la letteratura vitivinicola, a Sabaudia il “Premio CirceSabaudia”, ha ripristinato il “Premio Chianciano di Letteratura e Televisione” ed è stato membro di Giurie di Premi internazionali come il “Premio Grinzane Cavour”.
E’ stato anche Consigliere di Amministrazione della Triennale d’Arte di Milano.
Per lunghi anni a Pienza si incontrò e fu amico di Mario Luzi, e con il poeta medesimo, Leone Piccioni, don Fernaldo Flori, Carlo Bo , don Ivo Petri dettero vita a incontri estivi a Sant’Anna in Camprena e nel Seminario vescovile su tematiche letterare legate alla poesia, a cui parteciparono spesso anche Alceste Angelini, Mario Mazza e altri letterati senesi che avevano condiviso con Luzi l’esperienza delle Giubbe Rosse a Firenze. Degli incontri pientini si conserva a Pienza un commosso ricordo. Con Mario Guidotti scompare uno degli ultimi protagonisti del dopoguerra in Valdorcia, assurto anche a protagonista della cultura e del giornalismo italiano.
Fabio Pellegrini
2 commenti:
A queste persone dovremmo dare riconoscenza da vivi,in forma di attenzione e affetto.Vecchi che scompaiono in silenzio,a me pare con poco affetto se si pensa a quello che hanno fatto di buono per tanta gente.Iniziamo a farlo adesso.Diamo risalto alle persone che meritano anche con piccoli segni di affetto quotidiano non solo privato ma pubblico.
giusta osservazione.... facciamo una festa al Dip? Quando compie gli anni?
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