Una volta si diventava presidente del consiglio con le elezioni in questo nuovo regime lo si diventa con le primarie di un partito...Come al tempo del Fascio?
Siamo di fronte ad una crisi extraparlamentare, derivante dalle faide interne ad un partito fuori controllo, che deve necessariamente essere formalizzata con un passaggio alle Camere. Negare questa procedura significa calpestare il Parlamento. Il Presidente della Repubblica continua ad abusare del proprio ruolo e vuole collezionare un nuovo capo d'accusa per l'impeachment. Il 15 gennaio 1991 è stata infatti approvata una mozione che impegna espressamente il Governo, qualora intenda rassegnare le dimissioni, a darne previa comunicazione motivata alle Camere. Da allora in poi la parlamentarizzazione della crisi è sempre stata rispettata da tutti i capi di Stato, con la sola eccezione di Giorgio Napolitano. È la terza volta che infrange questo principio durante il suo doppio mandato. Per Re Giorgio gli atti di indirizzo politico approvati dalle istituzioni democratiche sono carta straccia, obbedisce solo ai suoi capricci da padre padrone. Napolitano non può espropriare il Parlamento dal ruolo che la Costituzione gli riconosce, "specie in situazioni estranee alle determinazioni assunte dalle Camere, e cioè al di fuori dei casi di negazione della fiducia o di successiva revoca della stessa": così recita la mozione sulla parlamentarizzazione della crisi di Governo, tutt'ora vigente. C'è solo un modo per arginare questa deriva: il Paese ha bisogno di un nuovo Presidente della Repubblica e di elezioni al più presto." Riccardo Fraccaro, M5S Camera
Siamo di fronte ad una crisi extraparlamentare, derivante dalle faide interne ad un partito fuori controllo, che deve necessariamente essere formalizzata con un passaggio alle Camere. Negare questa procedura significa calpestare il Parlamento. Il Presidente della Repubblica continua ad abusare del proprio ruolo e vuole collezionare un nuovo capo d'accusa per l'impeachment. Il 15 gennaio 1991 è stata infatti approvata una mozione che impegna espressamente il Governo, qualora intenda rassegnare le dimissioni, a darne previa comunicazione motivata alle Camere. Da allora in poi la parlamentarizzazione della crisi è sempre stata rispettata da tutti i capi di Stato, con la sola eccezione di Giorgio Napolitano. È la terza volta che infrange questo principio durante il suo doppio mandato. Per Re Giorgio gli atti di indirizzo politico approvati dalle istituzioni democratiche sono carta straccia, obbedisce solo ai suoi capricci da padre padrone. Napolitano non può espropriare il Parlamento dal ruolo che la Costituzione gli riconosce, "specie in situazioni estranee alle determinazioni assunte dalle Camere, e cioè al di fuori dei casi di negazione della fiducia o di successiva revoca della stessa": così recita la mozione sulla parlamentarizzazione della crisi di Governo, tutt'ora vigente. C'è solo un modo per arginare questa deriva: il Paese ha bisogno di un nuovo Presidente della Repubblica e di elezioni al più presto." Riccardo Fraccaro, M5S Camera
dice che peppe va' a san remo, ma siccome le serate dei politici comici e buffoni, sono gia'tutte piene, si cimentera' nel canto, una sezione special, dopo i Big e nuove proposte, ci sara' la sezione: Miliardari,urlatori,condannati e nulla facenti...
Elezioni in Sardegna, la lunga lista degli indagati di Pd e FI
Gli elettori sardi sono chiamati a esprimersi per il rinnovo del presidente della regione. Sia Cappellacci (FI) che Pigliaru (Pd) hanno introdotto in lista numerosi candidati coinvolti in inchieste sia per lo scandalo dei fondi regionali che per altri reati. Sono sette per il centrodestra, cinque per il centrosinistra
11 commenti:
Cosa propria del PD l'Italia che c'entra?
Una volta si diventava presidente del consiglio con le elezioni in questo nuovo regime lo si diventa con le primarie di un partito...Come al tempo del Fascio?
Bravo beppe... Vai a san remo quello e posto tuo... Se ti ripresenti prendi il 5% ma tanto il gruzzoletto con parmareggio e fatto.....
Pienza più 300 a GRillo
PD meno 200...
duiuremembar
forza beppe....renzie?..cacalo..
crisi extraparlamentare
napolitano uomo di parte
renzi favorito fuori da ogni regola
mica siamo nel 1925...
regole democratiche per piacere
Siamo di fronte ad una crisi extraparlamentare, derivante dalle faide interne ad un partito fuori controllo, che deve necessariamente essere formalizzata con un passaggio alle Camere. Negare questa procedura significa calpestare il Parlamento. Il Presidente della Repubblica continua ad abusare del proprio ruolo e vuole collezionare un nuovo capo d'accusa per l'impeachment. Il 15 gennaio 1991 è stata infatti approvata una mozione che impegna espressamente il Governo, qualora intenda rassegnare le dimissioni, a darne previa comunicazione motivata alle Camere. Da allora in poi la parlamentarizzazione della crisi è sempre stata rispettata da tutti i capi di Stato, con la sola eccezione di Giorgio Napolitano. È la terza volta che infrange questo principio durante il suo doppio mandato. Per Re Giorgio gli atti di indirizzo politico approvati dalle istituzioni democratiche sono carta straccia, obbedisce solo ai suoi capricci da padre padrone. Napolitano non può espropriare il Parlamento dal ruolo che la Costituzione gli riconosce, "specie in situazioni estranee alle determinazioni assunte dalle Camere, e cioè al di fuori dei casi di negazione della fiducia o di successiva revoca della stessa": così recita la mozione sulla parlamentarizzazione della crisi di Governo, tutt'ora vigente. C'è solo un modo per arginare questa deriva: il Paese ha bisogno di un nuovo Presidente della Repubblica e di elezioni al più presto." Riccardo Fraccaro, M5S Camera
Siamo di fronte ad una crisi extraparlamentare, derivante dalle faide interne ad un partito fuori controllo, che deve necessariamente essere formalizzata con un passaggio alle Camere. Negare questa procedura significa calpestare il Parlamento. Il Presidente della Repubblica continua ad abusare del proprio ruolo e vuole collezionare un nuovo capo d'accusa per l'impeachment. Il 15 gennaio 1991 è stata infatti approvata una mozione che impegna espressamente il Governo, qualora intenda rassegnare le dimissioni, a darne previa comunicazione motivata alle Camere. Da allora in poi la parlamentarizzazione della crisi è sempre stata rispettata da tutti i capi di Stato, con la sola eccezione di Giorgio Napolitano. È la terza volta che infrange questo principio durante il suo doppio mandato. Per Re Giorgio gli atti di indirizzo politico approvati dalle istituzioni democratiche sono carta straccia, obbedisce solo ai suoi capricci da padre padrone. Napolitano non può espropriare il Parlamento dal ruolo che la Costituzione gli riconosce, "specie in situazioni estranee alle determinazioni assunte dalle Camere, e cioè al di fuori dei casi di negazione della fiducia o di successiva revoca della stessa": così recita la mozione sulla parlamentarizzazione della crisi di Governo, tutt'ora vigente. C'è solo un modo per arginare questa deriva: il Paese ha bisogno di un nuovo Presidente della Repubblica e di elezioni al più presto." Riccardo Fraccaro, M5S Camera
ATTENZIONE il 25 MAGGIO SI AVVICINA PER NAPOLITANO E RENZI.
dice che peppe va' a san remo, ma siccome le serate dei politici comici e buffoni, sono gia'tutte piene, si cimentera' nel canto, una sezione special, dopo i Big e nuove proposte, ci sara' la sezione: Miliardari,urlatori,condannati e nulla facenti...
Dal "fatto quotidiano"
Mandiamo anche loro a San Remo?
Elezioni in Sardegna, la lunga lista degli indagati di Pd e FI
Gli elettori sardi sono chiamati a esprimersi per il rinnovo del presidente della regione. Sia Cappellacci (FI) che Pigliaru (Pd) hanno introdotto in lista numerosi candidati coinvolti in inchieste sia per lo scandalo dei fondi regionali che per altri reati. Sono sette per il centrodestra, cinque per il centrosinistra
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