Questi sono i costi della corruzione, costi che finiscono in bolletta“, sono le parole usate dal colonnello Adriano D’Elia, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Firenze. La spiegazione è semplice: “Proprio perché la gara è stata costruita ad arte per alcuni beneficiari, alcuni costi di esercizio dell’attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti potevano, magari, essere ridotti. In qualche modo questi costi finiscono per essere ripartiti nelle bollette degli utenti. Non è stata una gara d’appalto a favore dei cittadini“. All’epoca, tuttavia, nessuno la pensava così.
Neanche le massime autorità della Regione Toscana. A partire dal governatore Enrico Rossi, che nell’aprile 2014 parlava del progetto di Ato Toscana Sud con Sei Toscana come di una realtà che “per dimensione è già tra le prime dieci del settore e punta a giocare un ruolo importante non solo in Toscana, ma anche in Italia”. Lo stesso Rossi ad aprile aveva confermato quel giudizio a ilfattoquotidiano.it: “Credo che per confrontare meglio il dato di costo del servizio e la sua efficienza sia opportuno prendere a riferimento il costo medio di trattamento a tonnellata prodotta, che per l’Ato Toscana Sud risulta inferiore rispetto al dato nazionale e al dato dell’Italia centrale“. Alla domanda sulle indagini riguardanti quello che lui reputava un esempio da seguire, Rossi aveva risposto gettando acqua sul fuoco: “Il fatto che ci sia stata una difficoltà non fa venir meno la validità del modello applicato”. Chi ha indagato nella ragnatela di conflitti di interesse del sistema rifiuti dell’Ato Toscana Sud non la pensa così. Al contrario definisce Corti, “motore e promotore dell’attività illecita” come si legge nell’ordinanza del Gip. Che, nel sottolineare “la fame di denaro per certi versi imbarazzante” del direttore dell’Ato, ricorda che l’ingegnere direttore “non pago dello stipendio quale professore universitario e dell’importante remunerazione economica quale direttore dell’Ato Toscana Sud, da pubblico ufficiale ha venduto la funzione, ha fatto costante mercimonio dei propri poteri, piegandoli a esigenze private per finalità di prestigio personalee, soprattutto, di lucro ponendosi a disposizione di privati ‘pagatori’, intraprendendo con loro, in straordinario conflitto di interessi, attività imprenditoriali“.
5 commenti:
O bravi compagni Rossi che dice? Vigni?
avanti popolo alla riscossa della bolletta..
della bolletta
sarà oggi, sarà domani
speriam che vi leghino sia piedi che mani!!!
telefana a bezzino!!!!o a caramella !!!!
Quando Vigni ha dato le dimissioni all'improvviso sì è capito subito che qualche Bomba stava per esplodere !!!
ma dala federazione che dicheno? è riva la circulare?
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