Sottoposto al divieto di dimora in Campania con imputazioni di corruzione dopo che si sono trovate le tracce dei bonifici estero su estero a suo favore, condannato in primo grado a 4 anni e sei mesi per l’uso disinvolto e privato del cellulare in dotazione quando era sindaco di Orta d’Atella, uscito indenne per il rotto della cuffia in un processo in cui era accusato di avere a libro paga un maresciallo dei carabinieri che poi si è scoperto aver fornito dossier sul deputato azzurro Luigi Cesaro al ‘nemico’ di partito Nicola Cosentino, l’ex consigliere regionale Ds-Pd Angelo Brancaccioha messo un punto alla sua vita e alla sua compromessa carriera politica. Ha scritto in Procura una piccola memoria che era un messaggio chiaro: sono pronto a parlare. A vuotare il sacco. A raccontare metodi e clientele del centrosinistra casertanonegli anni in cui l’Ulivo governava in Campania e si apprestava a farlo a Roma