Coronavirus, rabbia Confesercenti: "Così spingono bar e ristoranti di Siena a non riaprire"
Emergenza Coronavirus e ristoranti. "Le linee guida diffuse dall'Inail per la riapertura sono inapplicabili". Lo scrive in una nota la Confesercenti che critica duramente la posizione dell'ente che "riduce la capienza media dei locali a un terzo di quella potenziale". Secondo Leonardo Nannizzi, presidente provinciale di Siena "è un invito a restare chiusi". Nannizzi spiega che "in Italia la dimensione media di un ristorante è di 80 metri quadrati. Secondo le linee guida, questo comporta una capienza sufficiente per appena 20 persone. Sono chiaramente condizioni antieconomiche che impediscono di spingere per la riapertura, a meno di non raddoppiare i prezzi attuali. Non solo, pur mancando le condizioni per riaprire, non si può licenziare. Una situazione insostenibile”. L’aggiornamento preoccupa la ristorazione senese, unitamente alla grave assenza di novità rispetto alla richiesta di superare la presunzione aprioristica di responsabilità penale sugli imprenditori, qualora si presenti un potenziale caso Covid-19 nell’azienda la cui origine sarebbe comunque tutta da dimostrare. Nannizzi sottolinea inoltre che "le linee Inail lasciano anche molti punti in sospeso: come si calcola la distanza minima per le persone sedute allo stesso tavolo? Le regole di distanziamento valgono anche all’esterno del locale? Chi certifica o dà un’indicazione su quali dispositivi di schermatura è possibile installare? Se questi nodi non verranno sciolti e le regole non cambieranno molte imprese del settore, anche a Siena e provincia, dovranno scegliere di restare chiuse, piuttosto che lavorare in perdita. Chiediamo al governo di predisporre nuovi e sostanziosi aiuti economici a fondo perduto per gli operatori che non riapriranno, non basteranno certo i 600/800 euro a salvare la ristorazione senese ed italian
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