Scrisse Sigismondo Tizio storico senese nel 1528:
'Un certo principe Tommaso Paleologo chiamato despota della Morea e fratello dell'imperatore di Costantinopoli, essendo la sua provincia occupata dai Turchi, messosi in salvo con 150 cavalli, venne nel mese di Marzo a Siena e fuggendo portò seco sottarendoli alle rapine dei Turchi empi, il braccio destro di San Giovanni Battista e la testa di Sant'Andrea Apostolo, come pare anche un magnifico piviale adorno di figure, e frastagliato di perle. Recatosi a Roma offrì tutto al papa Pio II.'
Pio II donò tutto a Pienza ( dove il santo divenne patrono della Città) e dopo avere 'diviso' la reliquia di S. Andrea con Amalfi, dove era governatore e principe suo nipote Antonio Piccolomini, la mascella di S. Andrea restò a Pienza conservata in una teca d'argento, fino a quando Paolo VI non la tolse ai pientini per donarla alla Chiesa Ortodossa di Patrasso, nel quadro della politica di riunione delle due chiese, da lui auspicata in quel tempo. In cambio di quella teca papa Paolo VI dette a Pienza la scultura del santo, che vediamo oggi, qui riprodotta.
Oggi a noi resta alla Fabbriceria una copia di quella teca finita negli anni Sessanta a Patrasso. Perchè non metterla in mostra?
3 commenti:
la chiesa d pienza ha dato via il vechio seminario, il convento dele stimmatine, il seminario di santa caterina non più disponibile, terre e poderi, tutto venduto, ..ci rimane poco a noi pientini...sant'Andrea aiutaci te !!! si poteva fare una casa di riposo..ma meglio gli affari?
evidentemente... apposta.. i fedeli scarseggiano..
Papa Francesco ' La proprietà privata non è intoccabile' ...
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