LA PROFILASSI
Vaccino Covid in Serbia, centinaia di richieste. La console: «Senza appuntamento inutile partire»
Dosi gratuite agli stranieri: raffica di telefonate ed email al consolato. Spiega Radmila Selakovic: «Le frontiere sono chiuse, si passa solo con prenotazione». Tentativi anche a San Marino, Vaticano e Qatar
Tutte le strade portano in Serbia, nuova meta turistica primavera-estate. A tirare è la calamita dei vaccini: andata e ritorno con l’immunità, come ha fatto per esempio il conte Simone Avogadro di Vigliano. Negli uffici del consolato di Milano, come in quelli dell’ambasciata a Roma, sono giorni festivi. Eppure il telefono rimbomba. Le mail si intasano. Scrivono a centinaia e tocca rispondere a tutti. «Avvocati, imprenditori, liberi professionisti, anche studenti che mettono a fuoco un nuovo orizzonte di viaggio. Scrivono persino medici o sanitari italiani che hanno saltato il primo giro riservato in Italia e che si informano, perché se costretti a vaccinarsi preferirebbero l’opzione Sputnik, emigrando nei Balcani», spiega Radmila Selakovic, da due anni console della Serbia a Milano.
Il boom di richieste negli ultimi giorni ha intensificato anche le telefonate con il ministero della Salute in patria. Dal consolato vogliono capire se a Belgrado sono pronti a gestire un’eventuale impennata di prenotazioni. «Chi scrive ci chiede la procedura, le tempistiche — continua Selakovic —. L’iscrizione online non equivale a un appuntamento vero e proprio, ma è solo una richiesta di adesione che poi verrà gestita in base alla lista di attesa. Per ora i vaccini ci sono e sono gratuiti anche per gli stranieri con o senza permesso di soggiorno».
In Serbia vivono 7 milioni di persone. Così non è stato difficile avviare a ritmo sostenuto la campagna vaccinale. E avere scorte per invitare pure gli stranieri. Basta iscriversi sul portale del governo, al netto dello scoglio di una lingua non proprio intuitiva. Ma visto l’appeal riscosso dalla campagna presto la procedura potrebbe essere tradotta in inglese. Un portale talmente democratico da non chiedere nemmeno da dove vieni. Tutta la Serbia è paese. Ovviamente è stata una decisione che in patria ha fatto discutere. Ma l’età media del Paese non è così alta, per cui non è stato difficile mettere in sicurezza in anticipo anziani e fragili. Facendo leva sulle vaccinazioni per tutti, la Serbia sta costruendo (anche) una grande operazione d’immagine. Alla base della strategia c’è un’ottima diplomazia vaccinale che ha consentito l’abbondanza di dosi, in particolare di quelle cinesi, di gran lunga le più somministrate perché essendo alta l’offerta non tocca mettersi in fila. Così la Serbia è riuscita in poche settimane a diventare la mecca dei vaccini. E vista la partenza soft della campagna in Italia, in tanti si sono attaccati alla tastiera cercando in Rete percorsi di viaggio alternativi.
Dopo aver letto degli accordi con la Russia per Sputnik, c’è chi ha sperato nella pista di San Marino. «Invano ci hanno tempestato di domande, non solo dall’Italia, ma anche da Francia, Svizzera e dal resto d’Europa», raccontano dall’Istituto per la sicurezza sociale. Qualche pertugio si è aperto in Vaticano, dove vengono vaccinati non solo i parenti dei residenti, ma anche chi entra per motivi di lavoro. Politica diffusa nel mondo, vedi Qatar, dove chi passa «vince» un vaccino. È successo ad esempio in occasione dell’ultimo Gran Premio. Ma a distanze e con costi siderali per l’Italia
1 commento:
il futuro dei vaccini è il Vaticano!!!!! ahahahahahah pora Italia.....
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