Il volume ' Il racconto dei pieschi' ( Tratto dalla 'summa ' dalle sei biografie degli 'amici' di PIo II riviste e completate dal punto di vista bibliografico, compresa l'ultima di Pio III mai presentata )) è la storia dell'amicizia di Pio II con gli umanisti più fedeli della sua corte, un sodalizio durato
nel tempo, che dette vita alla nascita di Pienza, il 'progetto di una
visione umanistica del mondo' ,come scrisse Jan Pieper lo studioso
tedesco di Pienza nella sua grande opera di ricerca sulla natura della
città di Pio. L'intimità amicale del Piccolomini con i suoi cardinali
o umanisti di corte favorì un dibattito costante nella vita privata e
favori la crescita dell'amicizia e della collaborazione politica e
culturale, nonchè in certi momenti la fusione delle coscienze. Nelle
lettere degli epistolari tradotte per la prima volta emerge il piacere
della comunicazione degli umanisti e il loro modo fraterno di lavorare
insieme all'ombra del papa-amico più innovativo e colto del primo
Rinascimento. I sei personaggi studiati in questa opera mostrano non
tanto la loro devozione al Piccolomini, leader moderno del movimento
umanistico romano, ma anche il desiderio di cercare dopo la sua morte
a Pienza quel ' genius loci' che fecero sopravvivere all'ombra dei
suoi monumenti.Come gli antichi i pIeschi riconobbero sempre
all'amicizia un ruolo non secondario nella cultura e nella politica
quotidiana e collettivamente e individualmente diedero vita ad una
esperienza umana e filosofica che a Pienza impresse il sigillo della
grande impresa edilizia e ad un tempo ' Ideale'.
nel tempo, che dette vita alla nascita di Pienza, il 'progetto di una
visione umanistica del mondo' ,come scrisse Jan Pieper lo studioso
tedesco di Pienza nella sua grande opera di ricerca sulla natura della
città di Pio. L'intimità amicale del Piccolomini con i suoi cardinali
o umanisti di corte favorì un dibattito costante nella vita privata e
favori la crescita dell'amicizia e della collaborazione politica e
culturale, nonchè in certi momenti la fusione delle coscienze. Nelle
lettere degli epistolari tradotte per la prima volta emerge il piacere
della comunicazione degli umanisti e il loro modo fraterno di lavorare
insieme all'ombra del papa-amico più innovativo e colto del primo
Rinascimento. I sei personaggi studiati in questa opera mostrano non
tanto la loro devozione al Piccolomini, leader moderno del movimento
umanistico romano, ma anche il desiderio di cercare dopo la sua morte
a Pienza quel ' genius loci' che fecero sopravvivere all'ombra dei
suoi monumenti.Come gli antichi i pIeschi riconobbero sempre
all'amicizia un ruolo non secondario nella cultura e nella politica
quotidiana e collettivamente e individualmente diedero vita ad una
esperienza umana e filosofica che a Pienza impresse il sigillo della
grande impresa edilizia e ad un tempo ' Ideale'.
Il Volume ( 419 pagg. Saggi introduttivi di Marco Montori e di Giampietro Colombini presidente della Fondazione ) ripercorre la storia di un'amicizia che fece nascere PIenza. Realizzare i grandi progetti non è possibile per una pur grande persona da sola. E' sempre l'unione delle menti migliori che fa compiere l' impresa.
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