(richiesta pervenuta, rinnoviamo la pubblicazione del piccolo saggio del Blogger.)
BLOG ‘Notizie
dalla Valdorcia’
Pio II di Piero
Sbarluzzi nella Sala Consiliare, un dono e un ritratto della antica Comunità
L'ultima
impresa di Piero Sbarluzzi è dedicata alla figura familiare di Pio II, il cui
busto è stato collocato a monito e ad onore sul piedistallo
sovrastante la presidenza della sala consiliare del Comune di Pienza. Un
piedistallo misteriosamente vuoto e collocato lì negli anni Trenta, noi
riteniamo proprio per questa idea, mai potuta portare a compimento. Il
Palazzo comunale è così arricchito da questa significativa immagine che tutela
e ispira il Governo della Città. Pio II aveva voluto donare a Pienza dei nuovi
Statuti, un patrimonio giuridico di cui lui medesimo era grande dottore e che
voleva laicamente sottolineare la necessità di far crescere Pienza, la
nuova città, anche dal punto di vista legislativo e non solo
architettonico. La Città Ideale non poteva esistere solo architettonicamente;
una configurazione giuridica della sua esistenza era necessaria e il Palazzo
Comunale rappresenta la materializzazione di questo progetto. Posto di fronte
al Duomo, esso significa la cultura civile e politica, che nell'età di Pio II
incominciava a distinguersi chiaramente da quella religiosa. Anzi, questa
distinzione incominciava ad essere teorizzata distintamente, come di lì a poco
Machiavelli avrebbe spiegato nel suo Principe. Religione e Stato,
morale e politica, cultura civile e religiosa, rigorosamente separate: ecco,
piaccia o meno, la porta vera di ingresso nell' Età moderna. Piero Sbarluzzi,
con la sua maestria di scultore, ma soprattutto di pientino, legato a questa
terra, nel 'segno-sogno' di Pio, donando al Palazzo Comunale questa opera così
bella e importante, ha di fatto segnato questo momento. Il momento in cui il
papa di Pienza, si spoglia volutamente della sua veste papale e del suo
potere assoluto, per rendere omaggio con la costruzione di questo palazzo
pretorio e con il dono degli Statuti, alla civiltà giuridica moderna, che vuole
separati questi poteri e che nella Città Ideale li divide e li unisce ad un
tempo nell'interesse della Comunità. L'equilibrio dei due poteri è ciò che nei
secoli avvenire garantirà la crescita faticosa di questa civilizzazione
nazionale. Piero Sbaraluzzi ha raffigurato in questo busto in modo mirabile le
due caratteristiche di questo papa senese e pientino, così come
esse escono vive dai Commentari e dalle sue lettere. Da un lato ecco il sovrano,
pontefice umanista e mecenate, con tutta la ricchezza ritrovata
della Chiesa e i suoi progetti di difesa della cristianità; ciò è
rappresentato da Piero con la Tiara, così ricca e splendente nella sua
grande dignità. Ma il volto del papa di questo busto di Piero,
restituisce al personaggio tutta la sua umanità. Questo volto scavato che
richiama quella di un uomo di campagna della Val d'Orcia, come se ne incontrano
nei nostri orti fra gli allori e i fagiolini, o alla Fiera davanti ad una
porchetta, in Chiesa o in Piazza nelle feste, questo volto colto nella sua
intelligenza operosa e nei suoi pensieri, non è per noi solo quello del 'papa'
ma è il volto dei nostri padri, che in questa terra e in questa città hanno
sofferto e amato, hanno lavorato e combattuto. In questo volto assorto che
richiama alla mente la complessità del mondo della Chiesa, del mondo del
lavoro, del mondo della politica e dell'impegno civile ad un tempo, c'è tutta
la nostra storia cittadina di artigiani e contadini, e il 'sogno' di amore e di
grandezza che ci ha impegnato e affascinato fin da bambini . Piero
Sbarluzzi ha scolpito in questo volto secoli di 'pientinità', lavoro e
sogni di grandezza, Povertà e Ricchezza , Ascesa e Caduta, Partenza e Ritorno:
tutte le contraddizioni della storia umana e terrena della nostra terra unita
alla Speranza . Piero Sbarluzzi è riuscito con questo busto di Pio II a
restituircelo nel Palazzo civico in tutta la sua dimensione civile di giurista
e di uomo politico, dopo avercelo donato nella sua figura di Pontefice
seduto e pensoso ad osservare la 'sua' Città, . Questa duplice immagine
che è la figura sdoppiata di una grande personalità, finisce per restituirci
l'uomo, il ragazzo di Corsignano divenuto vecchio, che seguita ad amare e a
proteggere la 'sua' città, nata dal suo 'sogno di bellezza'. Nulla di più vero
e di più significativo poteva essere collocato lì, su quel piedistallo vuoto,
che aspettava da ottanta anni questa opera da sempre nella mente di ' PIERO DA
PIENZA', un artista, un caro amico della 'vecchia Pienza, che a me piace
chiamare fraternamente, non banalmente..,così.
FABIO PELLEGRINI
2 commenti:
grande pezzo!!
complimenti !!
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