PIENZA. C'era aria di festa e di commozione nell'antica sala del Palazzo Civico sotto l'affresco della Maestà della scuola del Vecchietta: ' 20 ottobre 2014' 'Buon compleanno Mario...'. Nella sala consiliare del Comune di Pienza Convegno e Consiglio Comunale aperto lunedì sera, sala gremita di gente giunta dall'Italia e dall'estero ad accogliere il grande poeta siriano Adonis, candidato al Premio Nobel, amico di Luzi, appena giunto a Pienza appositamente in volo da Beirut. Paolo Mettel curatore della mostra, editore svizzero di Luzi giunto da Mendrisio, lo ha salutato a nome di tutti i presenti insieme al sindaco di Pienza, all'assessore alla cultura Giampietro Colombini, ai consiglieri tutti. al suo medico e amico pientino Roberto Lio presente in sala e a Nereo Rotelli. 'L'aria, la poesia, la terra, fanno da sole il mondo' ha scritto il grande poeta arabo sul libro di Mario Luzi presente in sala. Ha presentato il poeta siriano Marco Marchi, critico accademico, ripercorrendo la strada poetica di Luzi, 'prima' petrarchista e poi dantista', come ha voluto precisare, sottolineando il grande valore artistico di una poesia che col passare del tempo si fa sempre più canto universale dell'umanità intera. Addonis, poeta arabo cantore della pace e della bellezza del mondo, ha voluto salutare idealmente il suo amico Mario, ha tradotto in arabo in sala la poesia di Luzi 'Alla madre'. Come una musica che, detta in una lingua lontana e difficile per noi, pure si comprendeva benissimo..'. E' il canto universale della poesia e dell'arte che in Italia- ha spiegato Addonis- 'va oltre la politica e l'ideologia, si fa puro messaggio di amore e di universalità capace di travalicare ogni confine'. Nino Petreni del Centro Studi 'La Barca'ha letto la descrizione di Mario Luzi della piazza di Pienza, un ideale luogo di scambio del testimone dei pientini, che crescono bambini in Piazza e poi passano sui 'murelli' ad aspettare il loro turno di saggi e anziani esperti della vita. Nereo Rotelli lo scultore delle parole luziane e l'autore della celebre 'panchina' del Casello, oggi mèta del pellegrinaggio letterario e amoroso dei ragazzi italiani e stranieri, ha parlato del suo amico Mario, della sua capacità di collocare l'arte in una dimensione fuori e lontano dalle scorie del mondo e della necessità di non far dimenticare un uomo e una poesia, eletti a Pienza quali testimoni della immortalità dell'arte e della poesia. La bella piazza illuminata dalle stelle risuonava sotto al palazzo della poesia e dei passi del poeta cittadino onorario di Pienza, ma soprattutto, come lui amava ripetere: 'uno di qui, che ama stare con la gente di qui, in silenzio ad osservare stupito il mondo'(fp).
1 commento:
buono mi piace
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