.Al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte,
al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi,
Egregio Presidente,
rappresentiamo titolari di ristoranti, pizzerie, agriturismi, bar, B&B, partite iva, albergatori, commercianti, artigiani,
parrucchieri ed estetiste, che oggi hanno consegnato simbolicamente le loro chiavi di locali ed attività della città di
Pienza al Sindaco, al quale è chiesto di depositarle sul tavolo del Governo.
Con la presente informiamo le istituzioni circa le motivazioni della protesta in atto e la mancata soddisfazione per le
decisioni governative assunte sinora. Sono state sottolineate le enormi difficoltà presenti e future sulle ricadute
economiche e familiari per commercianti e dipendenti, aggravata dal rinvio della data di riapertura di tali attività oltre
il 4 maggio.
La realtà pientina è essenzialmente, se non esclusivamente turistica e questo è un fardello ulteriore proprio perché il
turismo è il settore più colpito e che, probabilmente, per ultimo si risolleverà. Siamo quindi consapevoli della
prevedibile e significativa diminuzione dell’affluenza turistica a Pienza con importantissime ripercussioni su quasi la
totalità dei cittadini
Lei sa bene che, dietro ad ogni singola “bottega” ed attività ci sono nuclei familiari, persone, che vivono, nella maggior
parte dei casi solo ed esclusivamente del frutto del loro lavoro, del loro incasso. Alcune imprese contano anche di
dipendenti che vivono grazie al buon andamento di quelle attività.
Ciascuna impresa deve onorare scadenze obbligatorie come le retribuzioni dei dipendenti con i relativi contributi, gli
affitti, la merce, la luce, l’acqua, il telefono, eventuali finanziamenti o mutui e le varie e innumerevoli tasse e balzelli
statali quali: IRPEF, addizionale IRPEF, IRI, IRAP, IRES, IMU, TASI, TARI, ICA, COSAP, SIAE, SCF. Abbiamo accettato fino
ad ora, senza proferir parola, ogni disposizione restrittiva, troppo grave la situazione sanitaria per permettersi di fare
polemiche ed indebolire la guida del Paese in un momento di grave difficoltà per tutti, pensavamo, così facendo, di
dare il nostro contributo alla liberazione dal Covid-19. Il problema è che oggi, passati oltre 50 giorni di grande sacrificio
per noi e per le nostre famiglie, stiamo ancora ragionando sulla curva dei contagi, sulle sanificazioni degli ambienti, sul
costo delle mascherine, sul lockdown e sulle aperture scaglionate senza preoccuparsi di che cosa succederà alle
attività dopo le aperture, come poter lavorare con il distanziamento sociale, ma soprattutto quante saranno le nostre
entrate, i nostri incassi e le nuove spese permetteranno il proseguimento del lavoro?
Le stime dei più ottimisti parlano che incasseremo la metà dei corrispondenti mesi degli anni precedenti anche perché
dovremo convivere con questo virus ancora a lungo.
Adesso dobbiamo affrontare la fase 2, ma abbiamo bisogno di un aiuto forte, quello promesso e programmato non è
sufficiente, un immediato e significativo intervento. Mettere in campo alcuni aiuti concreti, tangibili e veloci per il
mondo delle imprese e quando si parla di aiuti concreti non vuol dire un bonus di 600 euro a partita IVA e addirittura
nulla ad attività senza partita IVA ma:
ANNULLARE TUTTE LE TASSE RELATIVE AL 2020 comunali e statali
CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO in base alla perdita avuta confrontando lo stesso periodo dell’anno precedente
PRESTITO DEL 25% DEL FATTURATO A TASSO ZERO DA RESTITUIRE IN 10 ANNI
CONTRIBUTO IMMEDIATO A COPRIRE PARTE DEGLI STIPENDI per evitare licenziamenti che sicuramente ci saranno
per il minore lavoro rispetto agli anni precedenti specie nelle città d’arte come la nostra dove viviamo di turismo e che
per il 2020 è ormai definitivamente perso
ABBATTIMENTO SULLE TASSE DEGLI AFFITTI AI PROPRIETARI DEI LOCALI COMMERCIALI per ridurre gli affitti alle
imprese
RIDUZIONE DELLE BOLLETTE DEI SERVIZI: LUCE ACQUA GAS E TELEFONO
ABBASSARE CUNEO FISCALE Noi non vogliamo morire per il Covid-19, ma nemmeno di fame.
Il centro storico di Pienza e la Val d’Orcia sono siti del Patrimonio Mondiale UNESCO, un gioiello italiano unico per
cultura, architettura e natura nel mondo che mai vorremmo svendere o ipotecare a causa dell’emergenza covid-19.
Noi ci aspettiamo un aiuto dallo stato per non chiudere. Noi ci aspettiamo che anche i nostri onorevoli senatori e
parlamentari si uniscano ai sacrifici di tutti gli italiani con un forte segnale di solidarietà. Certi che questa richiesta
verrà accolta e verranno esaudite le nostre richieste ringraziamo per il solerte intervento che ci aspettiamo.
Cordialmente
al Presidente della regione Toscana Enrico Rossi,
Egregio Presidente,
rappresentiamo titolari di ristoranti, pizzerie, agriturismi, bar, B&B, partite iva, albergatori, commercianti, artigiani,
parrucchieri ed estetiste, che oggi hanno consegnato simbolicamente le loro chiavi di locali ed attività della città di
Pienza al Sindaco, al quale è chiesto di depositarle sul tavolo del Governo.
Con la presente informiamo le istituzioni circa le motivazioni della protesta in atto e la mancata soddisfazione per le
decisioni governative assunte sinora. Sono state sottolineate le enormi difficoltà presenti e future sulle ricadute
economiche e familiari per commercianti e dipendenti, aggravata dal rinvio della data di riapertura di tali attività oltre
il 4 maggio.
La realtà pientina è essenzialmente, se non esclusivamente turistica e questo è un fardello ulteriore proprio perché il
turismo è il settore più colpito e che, probabilmente, per ultimo si risolleverà. Siamo quindi consapevoli della
prevedibile e significativa diminuzione dell’affluenza turistica a Pienza con importantissime ripercussioni su quasi la
totalità dei cittadini
Lei sa bene che, dietro ad ogni singola “bottega” ed attività ci sono nuclei familiari, persone, che vivono, nella maggior
parte dei casi solo ed esclusivamente del frutto del loro lavoro, del loro incasso. Alcune imprese contano anche di
dipendenti che vivono grazie al buon andamento di quelle attività.
Ciascuna impresa deve onorare scadenze obbligatorie come le retribuzioni dei dipendenti con i relativi contributi, gli
affitti, la merce, la luce, l’acqua, il telefono, eventuali finanziamenti o mutui e le varie e innumerevoli tasse e balzelli
statali quali: IRPEF, addizionale IRPEF, IRI, IRAP, IRES, IMU, TASI, TARI, ICA, COSAP, SIAE, SCF. Abbiamo accettato fino
ad ora, senza proferir parola, ogni disposizione restrittiva, troppo grave la situazione sanitaria per permettersi di fare
polemiche ed indebolire la guida del Paese in un momento di grave difficoltà per tutti, pensavamo, così facendo, di
dare il nostro contributo alla liberazione dal Covid-19. Il problema è che oggi, passati oltre 50 giorni di grande sacrificio
per noi e per le nostre famiglie, stiamo ancora ragionando sulla curva dei contagi, sulle sanificazioni degli ambienti, sul
costo delle mascherine, sul lockdown e sulle aperture scaglionate senza preoccuparsi di che cosa succederà alle
attività dopo le aperture, come poter lavorare con il distanziamento sociale, ma soprattutto quante saranno le nostre
entrate, i nostri incassi e le nuove spese permetteranno il proseguimento del lavoro?
Le stime dei più ottimisti parlano che incasseremo la metà dei corrispondenti mesi degli anni precedenti anche perché
dovremo convivere con questo virus ancora a lungo.
Adesso dobbiamo affrontare la fase 2, ma abbiamo bisogno di un aiuto forte, quello promesso e programmato non è
sufficiente, un immediato e significativo intervento. Mettere in campo alcuni aiuti concreti, tangibili e veloci per il
mondo delle imprese e quando si parla di aiuti concreti non vuol dire un bonus di 600 euro a partita IVA e addirittura
nulla ad attività senza partita IVA ma:
ANNULLARE TUTTE LE TASSE RELATIVE AL 2020 comunali e statali
CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO in base alla perdita avuta confrontando lo stesso periodo dell’anno precedente
PRESTITO DEL 25% DEL FATTURATO A TASSO ZERO DA RESTITUIRE IN 10 ANNI
CONTRIBUTO IMMEDIATO A COPRIRE PARTE DEGLI STIPENDI per evitare licenziamenti che sicuramente ci saranno
per il minore lavoro rispetto agli anni precedenti specie nelle città d’arte come la nostra dove viviamo di turismo e che
per il 2020 è ormai definitivamente perso
ABBATTIMENTO SULLE TASSE DEGLI AFFITTI AI PROPRIETARI DEI LOCALI COMMERCIALI per ridurre gli affitti alle
imprese
RIDUZIONE DELLE BOLLETTE DEI SERVIZI: LUCE ACQUA GAS E TELEFONO
ABBASSARE CUNEO FISCALE Noi non vogliamo morire per il Covid-19, ma nemmeno di fame.
Il centro storico di Pienza e la Val d’Orcia sono siti del Patrimonio Mondiale UNESCO, un gioiello italiano unico per
cultura, architettura e natura nel mondo che mai vorremmo svendere o ipotecare a causa dell’emergenza covid-19.
Noi ci aspettiamo un aiuto dallo stato per non chiudere. Noi ci aspettiamo che anche i nostri onorevoli senatori e
parlamentari si uniscano ai sacrifici di tutti gli italiani con un forte segnale di solidarietà. Certi che questa richiesta
verrà accolta e verranno esaudite le nostre richieste ringraziamo per il solerte intervento che ci aspettiamo.
Cordialmente
10 commenti:
Il 13 Marzo col suo "PLIS" il bomba diceva ad una TV americana "... non fate gli stessi errori dell'Italia", stessa musica il giorno dopo allo Spiegel.
Il 30 Aprile " se le persone che a Brescia e Bergamo se ne sono andate potessero parlare ci direbbero di riaprire"
Se non è un caso umano questo...
anche a pIenza ci sò diversi di 'casi umani' di quel tipo...
finalemente da oggi EUROSPINNE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ho risbarambio mezza chassa integrazzione e la robba è parechio meglio dela coppe !!! e costa meno meno io orso evviva!!!!tutti a Montepulcino eramo parechi!! di quie io orso
Ecco bravo quanno poi a pienza un ci sarà più niente lamentati mi riccomanno
la coppe hanno alzato i prezzi profittando dela pandemia è cara e piccina e non va bene un vedo l'ora di tornà a sienalunga !!
poi ci solo comunisti
io un ci vo più per evità il cntagio
contagio con i comunisti?
si
E' il rischio d'impresa, bellezze.
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