Pensioni, scatta la rivalutazione ma non sarà per tutti: ecco come cambia l’assegno
Gli aumenti coinvolgeranno solo gli importi superiori a 2.101,52 euro
MILANO. Più soldi per i pensionati in arrivo a marzo. Con l’assegno del mese prossimo verrà pagata la rivalutazione della pensione legata all'inflazione e saranno versati anche gli arretrati relativi a gennaio e febbraio. Non tutti però hanno diritto a questo incremento. C’è infatti chi ha già visto crescere l’assegno e quindi è escluso da questo nuovo giro di rialzi. Ecco chi sarà coinvolto dalla novità e che cosa sapere.
Il tetto
C’è un tetto che farà scattare gli aumenti di marzo. Questi coinvolgeranno soltanto chi ha un reddito da pensione superiore a 2.101,52 euro (quattro volte il minimo) che riceverà a marzo la rivalutazione della pensione rispetto all'inflazione sulla base delle percentuali inserite in legge di bilancio. In pratica l’Inps ha considerato diversi livelli di pensione.
Va ricordato che chi ha un reddito da pensione fino a quattro volte il minimo (2.101,52 euro) ha già ricevuto l'assegno maggiorato del 7,3% da gennaio. Per fare un esempio, per una pensione da 1.200 euro al mese, la maggiorazione sarà di circa 87 euro.
Le percentuali di rivalutazione
Cosa succede alle fasce di pensionati che vedranno l’aumento a marzo? L’Istituto ha ricordato le percentuali per questa nuova tornata di incrementi e ha precisato che a marzo saranno corrisposti anche gli arretrati.
Più l’assegno è corposo e più sottile sarà la rivalutazione: chi ha un reddito tra le quattro e le cinque volte il minimo lo vedrà rivalutato dell'85% del 7,3% ovvero del 6,205% mentre chi conta su un reddito da pensione tra le cinque e le sei volte il minimo (da 2.626,91 a 3.152,28 euro) riceverà solo il 53% dell'inflazione pari a una rivalutazione del 3,869%.
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Le percentuali di rivalutazione scendono all'aumentare dell'importo della pensione (insieme dei redditi pensionistici) fino ad arrivare ad appena il 32% di rivalutazione per chi ha assegni superiori a 10 volte il minimo (5.253,81 euro al mese) con il recupero rispetto all'aumento dei prezzi del 2,336%
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