Se scorrete tutti gli elenchi dei partigian pientini pubblicati nella memorialistica recente e non solo...vedrete che manca un nome importante. Quello del Partigiano Otello, giovane coraggioso combattente a Monticchiello nella storica battaglia e dopo militante comunista della sezione di Pienza. Io l'ho conosciuto bene, per ragioni familiari, ho raccolto molti suoi racconti e mi sono convinto del fatto che Otello fu vittima di una ingiustizia della memoria storica. Semplicemente messo da parte e dimenticato, cancellato dall'elenco dei combattenti. Lui che era uno dei pù arditi e appassionati partigiani pientini comunisti. Ma ecco i fatti.
Eravamo nel 1946 l'anno del referendum Monarchia-Repubblica. L' Italia ribolliva di lotte politche e il movmento partigiano era diviso. Chi appoggiava i Savoia e chi la Repubblica. A Pienza come in tutta Italia si polemizzava per questo. I monarchici erano contro i comunisti e anche contro molti cattolici democratici e del partito d'azione. Il comandante dei partigiani era schierato con i monarchici e di questo molti di loro provavano dispiacere perchè i Savoia erano visti come sovrani pavidi e traditori. Il movimento partigiano di Pienza era nato dal disfacimento della Divisione 'Ravenna' e molti partigiani erano militari che non avevano scelto di andare con i tedeschi, i cosiddetti 'autonomi'. Poi c'erano alcuni cattolici come Dario Formichi, azionisti come il Pallassini e comunisti come Emo Bonifazi. Insomma una composizione complessa.
Laddove oggi si tiene il mercato di Pienza c'era un capannone dove fra l'altro allora si organizzavano feste da ballo. Una sera durante la festa salirono le polemiche e le battute fra giovani 'monarchici' e 'comunisti' e altri. Il caso volle con gli animi molto accesi che scoppiasse una rissa nel corso della quale vennero alle mani monarchici e comunisti fra cui il Partigiano Otello. Rissa dura con feriti e grandi polemiche. Il giorno dopo fu disposto l'arresto del Partigiano Otello e dei suoi fratelli che nella rissa avevano cercato di dividere i contendenti. Uno dei fratelli aveva solo 16 anni. A Pienza il movimento partigiano si divise, grandi rotture e il movimento perse la sua unità. Venne la Guerra Fredda e la lotta politica degenerò. PCI contro DC, Fronti popolari ecc . ecc. Una storia che tutti sanno, le lotte sindacali e politiche che inasprirono lo scontro per anni.
Il Partigiano Otello e i fratelli furono scarcerati. Ma a Pienza non riuscirono a campare e il lavoro era scarso. Mi raccontò i Partigiano Otello ; 'Nessuno ci volle assumere e allora noi ridotti alla fame decidemmo di emigrare in Belgio, dove cercavano minatori e dove restammo molti anni dimenticando tutto ". Il Partigiano Otello tornò negli anni Settanta a Pienza con la sua famiglia in pensione. Era stato uno dei combattenti più coraggiosi, sprezzante del pericolo deciso a tutto contro i tedeschi, impegnato in missioni rischiose di cui mi ha spesso parlato nei suoi racconti. Un partigiano combattente vero e riconosciuto allora come tale.Stimato molto dai suoi compagni Rischiò la vita tante volte in battaglia e restò coerente militante comunista anche dopo. In Belgio lavorò in miniera duramente, non chiese mai riconoscimenti in Italia. Si fece una famiglia e tornò a Pienza. Morì da anziano nel corso di una festa alla Casa del Popolo di Pienza, dove era sempre vissuto.
Questo mio racconto ha un solo scopo: nessuna polemica, ma un ATTO DI GIUSTIZIA a favore del PARTIGIANO 'OTELLO' ingiustamente dimenticato .
Ma c'è un particolare che mi ha raccontato Otello: negli anni Novanta fu organizzato al Colle Mosca una festa con tutti i partigiani ancora viventi, a cui fu assegnata una medaglia di ricordo. Un festa di riconciliazone...... Ma mi disse Otello " Eravamo tutti schierati in fila, quando arrivarono a me la mano non mi fu data e io fui saltato...'
Ecco perchè oggi gli storici che hanno pubblicato libri sul movimento partigiano di Pienza attingendo a quell' elenco .... non hanno mai messo il nome di Otello. Perchè, semplicemente, non c'era...non fu mai messo nell'elenco... non si sa da chi.. Forse dopo tanti anni sarebbe giusto riconoscere al Partigiano Otello quello che storicamente è...giusto. La sua identità di partigiano combattente. La Storia è questa e va rispettata.
12 commenti:
Grazie mille Fabio per questo bellissimo ricordo
Vito
Grazie mille Fabio
Vito
Grazie Fabio del racconto, tante vote l'abbiamo sentito dallo Zio Otello.
Sarebbe felice di sapere che qualcuno ha scritto come sono andate le cose.
Viva i Partigiani,viva la Libertà e viva la Costituzione.
Fabrizio Caporali
Grazie Fabio del racconto, tante volte l'abbiamo sentito dallo Zio Otello.
Sarebbe felice di sapere che qualcuno ha scritto come sono andate le cose.
Viva i Partigiani,viva la Libertà e viva la Costituzione.
Fabrizio Caporali
Grazie Fabio per il racconto.
Lo Zio Otello sarebbe contento di sapere, che qualcuno ha scritto come sono andate veramente le cose.
Viva i Partigiani,Viva la Libertà e viva la Costituzione
Fabrizio Caporali
Grazie mille Fabio
Vito
Grazie Fabio per avere riportato alla memoria il racconto di un grande Partigiano dimenticato.
Grazie Fabio per avere riportato alla memoria il racconto di un grande Partigiano dimenticato.
Grazie per aver denunciato un'ingiustizia
Grazie Fabio.... io non ho avuto il piacere di conoscerlo ...ma ho sentito parlare molto di Otello ...ma non solo da sua moglie e figli,... sempre nel cuore ❤️
Ho letto il tuo articolo sulla storia del partigiano Otello, mio zio, e di questo ti ringrazio. Rendere onore dopo tanti anni al partigiano dimenticato è cosa buona e giusta.
A me i fatti sono stati raccontati da Elio, fratello di Otello e mio padre e la storia risulta un po’ diversa:
Quella sera di tanti anni fa, ci fu una festa a cui parteciparono partigiani di vari gruppi: badogliani, monarchici, socialisti, comunisti, cattolici e azionisti ed anche qualcuno che proprio partigiano non era, tale Cesarino, portato lì forse per provocare gli animi. La rissa nacque dopo che Otello che stava discutendo per questo con i badogliani, si prese un bel colpo in testa dal calcio della pistola di un tale Spaccamontagne (in nomen omen!) e cadde a terra sanguinante. A questo il fratello Elio, tornato da poco dai campi di prigionia della Germania e praticamente all’oscuro delle vicende degli ultimi due anni di guerra civile in Italia, alla vista del fratello colpito così ingiustamente, sferrò’ un pugno al suddetto Spaccamontagne. E da lì la rissa che coinvolse anche il fratello più piccolo di Otello, Francesco e tutti e tre, solo loro, colpevoli di aver preso un calcio di pistola in testa e di legittima difesa del fratello furono condotti in carcere a Montepulciano.
Il resto della storia è l’abbandono volontario del paese da parte di tre fratelli che avevano dato tanto e ricevuto ben poco, delusi e amareggiati. Chissà se qualcuno si ricorda ancora e vorrà fare ammenda...
Eppure, nonostante la brutta vicenda, l’evidente ingiusta conclusione e i tanti anni di lontananza io mi ricordo bene che mio padre non ha mai portato rancore a Cesarino che fu tra i primi ad andare a trovare al suo ritorno a Pienza. Il babbo diceva che non era sua la colpa. Nessun odio, nessun rancore.
Posta un commento