Il grafico pubblicato dal Sole 24 Ore e dal Corriere, che tiene conto anche della decontribuzione una tantum, crea l'impressione che l'anno prossimo le buste paga diventeranno più pesanti soprattutto ai livelli di reddito più bassi. Ma il risparmio per chi guadagna 15mila euro lordi si fermerà a 409 euro (di cui 91 scompariranno nel 2023). Contro i 945 euro netti che resteranno in tasca a chi ne ha 40mila di imponibile. Ecco l'istogramma completo
Anche tenendo conto del taglio dei contributi Inps, che varrà solo per il 2022, l’intervento del governo Draghi sul taglio delle tasse porterà i vantaggi maggiori a chi guadagna oltre 35mila euro lordi all’anno, fascia che comprende solo il 15% dei contribuenti. Con un picco, 945 euro all’anno, per i lavoratori dipendenti single con un reddito di 40mila euro. I calcoli della Cgil, in base ai quali i redditi bassi avranno benefici molto inferiori, sono confermati dall‘analisi per lavoce.info degli economisti Silvia Giannini e Simone Pellegrino, che commentano: “In questa fase si è dato maggior peso all‘efficienza rispetto all’equità“. E la situazione non cambia se agli effetti strutturali di riduzione delle aliquote Irpef e revisione delle detrazioni si somma l’impatto (una tantum) della decontribuzione che garantirà ai redditi bassi risparmi non oltre i 10 euro al mese. Chi ha introiti medio-alti godrà comunque di risparmi in media molto più corposi rispetto a quelli riconosciuti a quell’85% di contribuenti che non arriva a 35mila euro lordi
Nessun commento:
Posta un commento