PIENZA. Il grande
poeta cinese Liam Yang verrà a Pienza a
rendere omaggio al ricordo di Mario Luzi. Undici anni fa scomparve il ‘poeta-
umanista’ e Pienza si sentì
improvvisamente orfana del cittadino
onorario che per oltre trenta anni aveva scelto la cittadina di Pio II per le
sue vacanze per i suoi momenti di
meditazione e di riposo. Dalla finestra della casa dove abitava, che guarda le
Crete, si vede l’Amiata, dove il poeta
era nato e da lì scrisse liriche memorabili, che oggi sono divenute il simbolo
dell’amore per la terra natia e
interrogativo inquieto sul significato dell’esistenza. Mario Luzi
aveva qui grandi amicizie, compagni fedeli delle sue parche vacanze, un oste,
un sarto, un fabbro, un medico, un prete, con cui si accompagnava volentieri
nelle serate estive sui balconi pientini a scrutare la notte. Luzi amava
parlare sotto voce, di cose quotidiane con semplicità, si interessava ai fatti
della cittadina, non gradiva la pubblicità, chiedeva solo tranquillità,
serenità, solitudine. La sua figura
allampanata e ieratica era divenuta per
i pientini messaggera dell’arrivo
dell’estate. La sua fama meritata e la sua figura lo circondavano di curiosità
e di affetto da parte di artisti e di semplici
lettori della sua poesia. Ma a lui
sembravano sempre eccessivi i convegni, gli spettacoli, le serate di lettura e gli incontri organizzati qui. Quasi che il
rigore semplice del paesaggio valdorciano, le linee essenziali del classicismo della piazza, il carattere sibillino della
lingua popolare pientina, da lui amata,
bastassero da soli a riempire di gioia silenziosa della sua solitudine. Le passeggiate lunghe e silenziose col suo amico
prete e poeta don Flori, le cene
frugali e simboliche da Lucianino con
Don Ivo, restano quadretti
memorabili di un tempo già lontano, che
scandì l’ascesa di Pienza e dalla
Valdorcia luziana alla meritata celebrità. Restano pochi ricordi che ci
raccontano di lui qui : una poesia scritta all’ osteria e appesa in un quadro,
una targa commemorativa, il suo centro studi
‘La barca’ , con i libri e i suoi scritti; poi la
sua ombra, ancora raggomitolata nel fresco
del ‘canto de’ Canonici’ in piazza, le sue brevi passeggiate con Leone Piccioni
verso il seminario e le foto ingiallite del suo
vagare curioso negli angoli di Gozzante o del Casello. Sabato i pientini ricorderanno tutto questo e
la comunità salirà in Comune per il rituale, ma non formale abbraccio. Luzi
Mario, uno di noi qui.
2 commenti:
un poeta vero
non adatto ai leccaculo...
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