Elezioni, dal Pd fragile nelle Regioni rosse al primato del M5s che non produce seggi: la fuga per la vittoria del centrodestra
Tra due giorni, con lo scioglimento delle Camere, inizia (davvero) la campagna elettorale. Il dubbio è uno solo: riuscirà la coalizione di Berlusconi, Salvini e Meloni a raggiungere la maggioranza in Parlamento? Una mano potrebbe arrivare a sorpresa dal Centro Italia, dove - dice un sondaggio - i collegi "blindati" per i democratici sono rimasti solo 6
Presente tutto quello che è stato scritto nelle ultime settimane sullo stato di salute del Partito Democratico? Non è vero niente. Il Pd infatti oggi sta peggio di come si è raccontato finora. Sta parecchio peggio rispetto allo scorso anno di questi tempi (ha perso 8, 9, 10 punti, a seconda dell’istituto di rilevazione), sta molto peggio rispetto alle elezioni politiche del 2013, quelle della “non vittoria” di Pierluigi Bersani. Una situazione anomala perché è ancora la seconda forza del Paese, ma il logoramento dell’esperienza di governo, le aspettative e la delusione per la stella renziana (per ora ridotta a cometa) e l’isolamento politico che ha prodotto una coalizione di centrosinistra fanno sì che quello del Pd sia il motore più inceppato all’inizio della corsa elettorale che si concluderà con il voto del 4 marzo. Lo scioglimento delle Camere (il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è pronto ad avviarlo già dopodomani) è lo start e la griglia di partenza – di una campagna elettorale per la verità mai finita – appare chiara. Lo schieramento di partenza non assomiglia a quello delle gare automobilistiche, piuttosto a quelle dello sci perché le forze politiche si portano dietro anche distacchi e handicap
1 commento:
Ecco tutta la classe del Pd in un video”. Così, con questo commento, il Movimento 5 stelle pubblica su Facebook un filmato, tratto dalla seduta del consiglio regionale del 22 dicembre, in cui il governatore della Campania Vincenzo De Luca sembra fare un gesto offensivo nei confronti di Valeria Ciarambino, consigliere dei 5 stelle, mostrandole il dito medio in aula. È successo durante l’intervento di risposta alla Ciarabino, che poco prima aveva criticato e contestato le scelte della Regione in materia di bilancio. “Se alla guida della Regione Campania ci fosse Valeria Ciarambino – dice De Luca alzando il dito medio verso l’esponente 5 stelle- non sarebbe in grado nemmeno di innaffiare un albero di Natale”. Già nella seduta del giorno prima il governatore non si era mostrato tenero, ringraziando le opposizioni per la loro “evanescenza”. Così come non è la prima volta che De Luca offende Ciarambino: nel marzo del 2017 aveva apostrofato la consigliera con il termine “chiattona”
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