Verrà il giorno

Verrà il giorno in cui, quando gli storici racconteranno questi giorni, ne parleranno come della terza guerra mondiale, combattuta contro un nemico invisibile, anche fra Stati, in una sorta di rinascita del nazionalismo, il vero virus invincibile di questo mondo. Credo che, così come nelle guerre precedenti sono nate narrazioni stupende sugli eroismi compiuti, anche in questa non mancherà la materia necessaria. La lotta epica da raccontare è quella degli ospedali italiani, dei medici di base, degli infermieri e dei volontari caduti ‘in combattimento’ contro il virus. Una lotta che senza bisogno di retorica viene combattuta in certe regioni senza la certezza di restare vivi, come in un campo di battaglia, mentre c’è gente che si lamenta e mugugna in casa perché non può andare al bar a farsi l’aperitivo. La strage di italiani in questa  fase storica sarà ricordata da cimiteri dei ‘caduti’ come quelli della Grande Guerra. Così come allora vi fu chi mandò allo sbaraglio milioni di giovani in un macello chiamato ‘guerra per la patria’, oggi vi è chi ha governato così male in Italia e nelle Regioni italiane, sui territori soprattutto, da far ritrovare gli ospedali soli in una lotta impari contro il nemico Si racconterà che trenta anni di malgoverno, di tagli, privatizzazioni, di sottrazione alla Sanità e alla Ricerca,  di mafie e mafiette varie..hanno preparato il terreno alla ‘trappola’ in cui si sono trovati  soli medici, infemieri e volontari italiani, senza mezzi e con strutture ridotte all'osso dall' erosione delle risorse operata da partiti famelici di intrallazzi e di clientele. Verrà il giorno in cui questa storia sarà raccontata nelle scuole e gli studenti verranno accompagnati a visitare i cimiteri degli ‘eroi’ e delle ‘vittime’. Purtroppo i colpevoli di tutto questo non avranno un processo. Non pagheranno un risarcimento. Il ‘ricordo’ di questi sacrifici si  sommerà agli eroismi del passato, ma coloro che ne furono la causa, come sempre, la faranno franca e seguiteranno con il loro bla bla  senza vergogna.

Opera: Micco Spadaro:  'Dopo la Peste di Napoli' nel Seicento