Si legge oggi sulla stampa che quando è iniziata a diffondersi l'epidemia a Bergamo la Confindusttia locale ha imposto alle numerose fabbriche la parola d'ordine: ' Noi non ci fermiamo, avanti tutta !' Ci spiega la stampa oggi che in Val Padana il particolato inquinante che è nell'aria, cavalca il virus..Dunque, ancora una volta si è cercato di mettere consapevolmente il 'profitto' davanti alla salute pubblica. Diciamoci la verità. Questa è la vera causa... Non è un caso, nè un mistero la catastrofe di Bergamo e dintorni.Gli industriali lombardi sempre sordi davanti all'evidenza, sempre ostinati contro la Zona Rossa.. Va da sè che, in ogni caso, serve solidarietà e impegno da parte di tutti. Ci mancherebe altro. Ma di fronte a questa situazione che ha dei responsabili, ora preparare un decreto che vuole bloccare i ' cani' e le 'corsette' nei boschi e sulle..Dolomiti..,per salvarci, ci sembra cosa abbastanza risibile.. In Italia ci sono settori dell'economia che hanno il potere di fare sempre il proprio comodo, di arrecare danni liberamente in nome del loro potere, senza mai risponderne, coperti da tutti: stampa, governo ecc. Bene, ora che il 'profitto' oltre ogni rischio, ha scatenato il pandemonio...bloccate pure.. i cani e i podisti.. come nelle 'Grida' di manzoniana memoria! Sono loro la causa del disastro!!!! Sono loro i nuovi untori della Peste !!
( Ieri il Presidente della Lombardia Fontana ha detto: 'Bisogna chiudere fabbriche e supermercati' lo ha capito solo ora?)
( Ieri il Presidente della Lombardia Fontana ha detto: 'Bisogna chiudere fabbriche e supermercati' lo ha capito solo ora?)
11 commenti:
bauuuuuuuuuuu !!!
tardi si svegliò il lumbard...
Una piccola privazione alla volta per poter incolpare sempre qualcuno; oggi il podista, domani il pisciatore di cani, dopo domani quello della spesa fino a che tutti si daranno la colpa anche dalla finestra di casa e non si accorgeranno che gli hanno tolto la sedia da sotto il cu..
"Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c'era rimasto nessuno a protestare".
Milano : la 'Grida' del 1576 emessa dal Governatore
Essendo venuto a notizia del governatore che alcune persone con fioco zelo di carità e per mettere terrore e spavento al popolo ed agli abitatori di questa città di Milano, e per eccitarli a qualche tumulto, vanno ungendo con onti, che dicono pestiferi e contagiosi, le porte e i catenacci delle case e le cantonate delle contrade di detta città e altri luoghi dello Stato, sotto pretesto di portare la peste al privato ed al pubblico, dal che risultano molti inconvenienti, e non poca alterazione tra le genti, maggiormente a quei che facilmente si persuadono a credere tali cose, si fa intendere per parte sua a ciascuna persona di qual si voglia qualità, stato, grado e conditione, che nel termine di quaranta giorni metterà in chiaro la persona o persone ch'hanno favorito, aiutato, o saputo di tale insolenza, se gli daranno cinquecento scuti…”.
La situazione è grave, anzi gravissima, ma proprio per questo occorre fare di tutto per evitare l'isteria collettiva. Non si può bloccare tutto, pena la morte civile e l'economia. Deve essere fermato, sperando per un periodo non letale, tutto ciò che non è essenziale all'economia nazionale e locale e alla vita quotidiana. Se continua il confinamento per lungo tempo, ci sarà chi andrà fuori di testa.
Se durerà molto, ci sarà chi farà 'cessazione di esercizo', aspettando tempi migliori, per non pagare spese enormi, senza speranza di riprendere i soldi, campando con i risparmi di una vita al minimo.
Nel Trecento il Boccaccio inizia così il suo racconto della Peste da cui nasce il racconto del 'Decameron' dei giovani sfuggiti alla pandemia rifugiati in campagna..
[...] nascevano nel cominciamento d’essa a’ maschi e alle femine parimente o nella anguinaia o sotto le ditella certe enfiature, [...] le quali i volgari nominavan gavoccioli. E dalle due parti del corpo predette infra brieve spazio cominciò il già detto gavocciolo mortifero indifferentemente in ogni parte di quello a nascere e a venire: e da questo appresso s’incominciò la qualità della predetta infermità a permutare in macchie nere o livide [...] E come il gavocciolo primieramente era stato e ancora era certissimo indizio di futura morte, così erano queste a ciascuno a cui venieno.
Nessun medico appare in grado di curare la malattia, da una parte per la novità dei sintomi, e dall’altra - come osserva l’autore - per l’ignoranza di molti uomini che si spacciano per dottori e scienziati . Ma, più che il propagarsi del morbo, ciò che colpisce l’osservatore è la dissoluzione di ogni forma di società o di rapporto civile : c’è chi si ritira in una vita ascetica o chi invece si abbandona ai piaceri della carne e della gola, ma, con il diffondersi del contagio, vengono meno tutti i principi d’affetto o di sangue. Dice Boccaccio:
E lasciamo stare che l’uno cittadino l’altro schifasse e quasi niuno vicino avesse dell’altro cura e i parenti insieme rade volte o non mai si visitassero e di lontano: era con sì fatto spavento questa tribulazione entrata ne’ petti degli uomini e delle donne, che l’un fratello l’altro abbandonava e il zio il nipote e la sorella il fratello e spesse volte la donna il suo marito; e (che maggior cosa è e quasi non credibile), li padri e le madri i figliuoli, quasi loro non fossero, di visitare e di servire schifavano
Bisognerebbe rileggere 'La Peste' di Albert Camus un'opera magistrale per questi giorni difficili dalla sua narrazione ...per capire che il pessimismo della ragione va bene, ma conta di più l'ottimismo della volontà, come scriveva Gramsci.
"Ci sono quelli che si danno da fare per combattere il flagello, senza risparmiarsi (Rieux, Tarrou, Othon), quelli che si chiudono in casa o cercano di scappare (molti dei cittadini di Orano), quelli che approfittano per arricchirsi (Cottard), quelli che accettano con la cecità bigotta della fede il flagello (Paneloux); quelli che si sentono a poco a poco sempre più coinvolti e consapevoli, e prima cercano di scappare e poi si uniscono alla lotta (Rambert).
E c’è la morte quotidianamente presente che tutto cambia, che lascia il segno anche quando l’epidemia è finita e si ritrovano i famigliari e gli amici dispersi; la morte inattesa e collettiva che non è mai debellata del tutto (“Il microbo della peste non muore mai”, fa dire Camus al suo narratore, “e può restare dormiente per decenni, ma non scompare”: la guerra potrà tornare, fuor d’allegoria).
In questo quadro narrato con assoluta verosimiglianza Camus espone di nuovo il suo umanesimo pessimista e fatalista; ma anche l’importanza degli affetti e dell’agire individuale, anche quando appaiono vani. e anche, per bocca di Tarrou, l’inaccettabilità dell’assassinio e della morte, anche quando dovuti a semplice indifferenza ".
noi ciclisti e podisti non abbiamo mai causato inquinamenti o pandemie... altri invece si.
Tutti possono essere contagiati, anche i ciclisti, l'importante è fare ciclismo e podismo in solitudine.
anche smettere di pedalare o di correre non è un PROBLEMA vista la situazione, ma fa un pò impressione che in un paese dove la causa dell'aumento dei morti è stata soprattutto il ritardo e il rifiuto di chiudere fabbriche e centri commerciali in zone fortemente antropizzate ( con la CGIL che chiedeva la chiusura..) come Bergamo Brescia Padova ecc. si continui a perdere tempo e si cerchi un diversivo nei divieti alle attività a contatto con la natura e in solìtudine... additandole al 'crucifige' pubblico, quali causa del problema !! Si vuole nascondere in tal modo solo la coscienza sporca di chi ha operato tardi e male solo per il proprio INTERESSE PECUNARIO ponendo a rischio l'intera comunità
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