lunedì 27 ottobre 2025

Olio da proteggere

 

Olio extravergine sotto attacco: Coldiretti e Unaprol invocano regole europee chiare e trasparenti contro le frodi

L’oro verde dell’Italia, il nostro pregiato olio extra vergine d’oliva è a rischio speculazioni. Coldiretti e Unaprol (consorzio olivicolo italiano) lanciano l’allarme in Europa. L’olio extra vergine d’oliva rappresenta uno dei comparti più importanti e strategici dell’agroalimentare italiano.

Il settore impiega circa 400mila aziende agricole, con standard elevatissimi di qualità. L’Italia vanta un patrimonio di 250 milioni di piante e 533 varietà di olive, il più vasto tesoro di biodiversità al mondo, secondo l’analisi Coldiretti, e detiene il primato europeo per numero di oli extravergini a denominazione: 43 DOP e 7 IGP. Tuttavia questo tesoro è messo a rischio dall’immissione fraudolenta e con prezzi stracciati, di oli di provenienza da aree esterne all’Unione Europea. I dati Istat rivelano che, nei primi sette mesi del 2025, gli arrivi di olio straniero (specie da Nord Africa e Turchia) hanno registrato un incremento del 64% per un totale di 385 milioni di chili immessi nel nostro mercato, con prezzi inferiori a 3 euro/kg, mentre l’olio evo italiano viene venduto a 9 euro/kg.

Secondo David Granieri, presidente di Unaprol e vicepresidente di Coldiretti queste strane movimentazioni creano turbativa dei prezzi legati ai flussi di importazione. Inoltre spiega Garnieri “esiste il rischio concreto che olio di origine extra Ue entri nel mercato comunitario camuffato come prodotto europeo, danneggiando le produzioni italiane e tradendo la fiducia dei consumatori”. Ad esempio la Spagna, che è il principale acquirente di olio tunisino, non dispone di un sistema di tracciabilità comparabile al Registro Telematico dell’Olio italiano.

Attraverso la Spagna, senza adeguati controlli, l’olio di provenienza Extra EU può venire immesso nei circuiti europei. Occorrono dunque regole chiare e per questo Coldiretti e Unaprol si fanno portavoce – continua Garnieri – “di un Registro di Tracciabilità Europeo in grado di monitorare in tempo reale i flussi commerciali e prevenire triangolazioni fraudolente. L’Italia ha già strumenti avanzati, ma senza una piattaforma comune la trasparenza dei nostri produttori rischia di trasformarsi in uno svantaggio competitivo”.

Stefania Tacconi

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