La Festa
Palio di Siena, fa discutere l'intervista a Maurizio Bianchini: sui social critiche furenti
Nelle parole al Corriere della Sera il commentatore si sofferma su compensi ai fantini e cazzotti e dà spazio a personaggi e aneddoti. Il passaggio su David Rossi però è di troppo

Bufera sulle parole di Maurizio Bianchini
Quel non detto che diventa manifesto e l’indignazione social che dà il là all’orgoglio patriottico. Con i contradaioli, o presunti tali, che non risparmiano critiche a Maurizio Bianchini per la lunga intervista concessa al Corriere della Sera. Il botta e risposta con il giornalista Stefano Lorenzetto parte dal lungo rapporto di Bianchini con le telecronache del Palio, ispirato da Silvio Gigli, “un secondo padre”, ma poi spazia tra i compensi ai fantini, cazzotti e altre curiosità paliesche.
Niente che i senesi non sappiano già, ma metterle in piazza pubblicamente fa tutto un altro effetto. Il passaggio incriminato è il seguente. “Dove trovi nel mondo un’altra gara in cui chi trionfa deve pagare tutti gli altri?”, domanda Bianchini all’intervistatore. “Pagare? E quanto”, chiede a sua volta il giornalista. “Anche qualche milione di euro. La contrada mette parecchi quattrini a disposizione del fantino. Se al canape quello ha accanto un avversario che gli dà noia, può promettergli 100 mila euro”, ribatte Bianchini. “Sta scherzando?”, allora incalza il giornalista. “No, no, e il debito viene onorato entro la sera stessa. Mica è una corsa regolare”, conclude il commentatore. Apriti cielo, anche se a dire il vero, l’ultima affermazione è cara a tutti i senesi, sempre pronti a sostenere che “il Palio non è una corsa di cavalli”.
Bianchini, se possibile, peggiora la propria posizione agli occhi della comunità senese, quando parla dei fronteggiamenti. “Risse, fronteggiamenti. Alla maniera dei pellerossa. Non è violenza da stadio. Una volta i contradaioli dell’Aquila si scontrarono con i rivali della Pantera. Uno mostrò l’anulare e urlò: ‘Ho perso la fede!’. Si fermarono tutti a cercarla. Appena fu ritrovata, ripresero a suonarsele”, fa notare.
Se l’argomento dei soldi può apparire sensibile, non si capisce sui cazzotti quale elemento possa aver urtato la sensibilità dei senesi. Al di là del riferimento ai pellerossa, la visione di Bianchini non è molto distante da quella messa nero su bianco dal Magistrato delle Contrade qualche mese fa a proposito delle motivazioni della sentenza di condanna per alcuni contradaioli.
L’unica nota davvero stonata, perché slegata dal resto degli argomenti dell’intervista, è il riferimento a David Rossi. “Sono stato anche il capo della comunicazione del Monte dei Paschi, quando la banca incarnava il potere a Siena. Ora siamo rimasti orfani. Lasciai il posto al povero David Rossi”, precisa Bianchini parlando di lavoro. “Caduto, o forse scaraventato, dalla finestra dell’ufficio”, gli chiede il cronista. “Mi è andata bene”, replica il commentatore. Si poteva fermare prima e sarebbe uscito un affresco comunque non banale.
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