martedì 11 aprile 2023

Recensione del romanzo di Anna Luisa Pignatelli ' IL CAMPO DI GOSTO' (Fazi editore) che sarà presentato all' Emporio Letterario a Pienza, candidato al Premio Strega.

 Gosto

 

 

Vittorini avrebbe amato questo romanzo per la  semplice ragione che è chiaramente appartenente al genere di letteratura che lo scrittore siciliano teorizzava, sia pure in altri tempi. Lui infatti criticava fortemente la scrittura ‘consolatoria’, come la chiamava. Quella che mirava cioè a pacificare con se stesso il lettore desideroso di  compattezza spirituale e di esempi socialmente edificanti. Gosto invece è sì un personaggio in sé positivo, ma lo è in un mondo turbato dalla cattiveria e talvolta dalla crudeltà che si nasconde nelle persone più prossime, nei fatti più insignificanti, nelle chiacchiere meno significative, nella gestualità quotidiana e nella fame di denaro dissimulata, nel gergo degradato del bar e del meccanico di paese, di un mondo stretto fra le Crete senesi e il Chianti, fra Ruffolo e il poderino di Focaia. Siamo alla poetica del subliminale di una società fattasi ignobile trappola, da universo solidale quale era. Qui una volta abbandonato dalla moglie Gosto ricostruisce con pazienza il suo mondo interiore a modello di quello esteriore, vi si colloca al centro, novello signore del nulla, per tutti i suoi compaesani, ma signore di tutto, di tutto quello che lui ha sempre amato indipendentemente dalla cattiveria che lo ha sempre circondato come tutti. Il mondo rurale così come è. L’eroe positivo/negativo di questo romanzo ha due caratteristiche che ricordano due scrittori amanti della toscanità: Federigo Tozzi e  Carlo Cassola così lontani nel tempo, ma così vicini all’interno di un paesaggio agrario sentito come universo interiore e scenario dove si manifesta e si impone il destino dei personaggi dei romanzi. La crudeltà della vita e del destino in Tozzi è onnipresente a minacciare le sue campagne e i suoi vicoli senesi, in Cassola invece il mistero della vita e della morte è immortalato come per Gosto nel brillare delle stelle vanamente osservate e interrogate sul mondo. Uno scrittore come Giordano Bruno Guerri parlando della sua terra natia, la montagnola senese, ha definito il colore dei nostri boschi e delle colline dove lui è nato a Jesa vicino a Monticiano ‘ di un verde tragico’. Credo che nessuno che conosce così bene la storia e la geografia spirituale della nostra terra abbia definito con maggiore chiarezza e giustezza l’atmosfera che aleggia spesso nelle nostre colline. Dunque in questo romanzo c’è  assenza di carattere ‘consolatorio’, l ‘ ineluttabile dominio della crudeltà anche nelle piccole cose, nelle maldicenze, nel potere esercitato con voluttà, l’invidia mascherata in varie maniere; è anche il paesaggio semantico che l’autrice di questo romanzo così vero e amaro non cessa mai di farci percepire. Gosto è un personaggio ‘reagente’ un uomo ‘tornasole’ la cui bontà appare come l’elemento indispensabile di questo romanzo-laboratorio, in cui si analizza in modo magistrale, come ci ha abituato la scrittrice da tempo, che sceglie sempre di andare contro corrente rispetto alla domanda di certi lettori di eccessiva ‘serenità’. Non si può essere sereni in un mondo che sereno non è, del quale si  coglie nel comportamento delle persone  ogni vibrazione di cattiveria e di invidia. Gosto nel suo ‘campo’ è l’ ‘homo faber- homo sapiens’, resiliente e incurante del falso progresso e della cattiveria umana contro cui si batte con naturalezza. In mezzo a questo ‘verde tragico’ Gosto si abbevera alla forza della natura, all’autenticità della sua noncurante bellezza e vive il tempo eterno del rapporto con essa. I suoi poveri oggetti da lavoro, la sua ape, la sua sagacia e le sue tecniche , le sue conoscenze antiche lo riconciliano con questo mondo che arcaico non lo è più, ma che ne conserva il  fascino. Gosto si addentra inconsapevole in un mondo ormai cambiato per sempre dal denaro, dalla fine della sincerità, del rispetto e dell'amicizia solidale che un tempo era presente nel mondo rurale. Non un mondo ideale, affatto, un mondo difficile dove la cattiveria esisteva, ma era mitigata dal senso di umanità legata alla famiglia patriarcale. Nel bellissimo e inquietante racconto di questo romanzo il protagonista scende lentamente in una trappola cieca, inconsapevole, puro, innocente, fiducioso, alfiere invitto della sua ‘honestas’, eroe  di una epopea ormai dimenticata. Come nei romanzi di Tozzi egli va incontro al suo destino vittima di un sistema implacabilmente in marcia contro tutti quelli che hanno ‘creduto’. E’ il respiro ansimante della storia che nei grandi eventi, così come nel piccolo quotidiano travaglio della vita, tutto travolge.  Gosto è l’eroe inconsapevole che soccombe accanto alla sua bandiera di eroe civile, che sopravvive nella memoria alla palude della cattiveria e del disonore fattosi regola condivisa di una comunità e di una famiglia preda del demone della modernità. La letteratura ‘consolatoria’ non abita qui, la letteratura della ‘crudeltà’ ammonisce e svela senza paura  di che pasta è fatta spesso la natura umana, capace di grandi imprese e di miserie inconfessabili. In questo paesaggio fatto di luce e di buio, di lampi  e di grotte oscure dell’anima, dove il canto del chiù non scandisce più il ritmo delle favole raccontate accanto al pagliaio, ma segna la fine di un mondo che tradisce la sua bellezza immobile e impassibile. Cara Anna Luisa la sua scrittura che richiama a noi ammirati la musica rotta e ammirabile della grande narrativa modernista, ci consegna anche un mondo eternamente ammirato col suo paesaggio inquietante e sognante: le Crete senesi di ieri, di oggi, di sempre, un indimenticabile- indecifrabile labirinto dell’anima. Il poderino di Focaia è come la caduta di Sagunto davanti all’incedere della severa e terribile ragione di un mondo infedele e capovolto. Gosto è l’emblema dell’ultimo bagliore sinistro della sconfitta della sua Verità. 

Fabio Pellegrini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo romanzo.Grazie per il prezioso suggerimento.

Anonimo ha detto...

Bellissimo romanzo. Grazie per il prezioso suggerimento.