martedì 15 marzo 2022

L'altra faccia della guerra: la solidarietà.

 Una fuga da una guerra ormai dietro l’angolo. Un viaggio per lasciare alle spalle la morte, verso un futuro ignoto ma certo. Un incubo per quella donna di 59 anni e i tre nipoti di 8, 10 e 11 anni, interrotto almeno per qualche ora dall’abbraccio delle famiglie rumene che li hanno ospitati, rifocillati, coccolati come se fossero loro figli. Bastano le parole di Karolina per capire: “Mia mamma è stata trattata come una regina e i miei figli come dei principi. Non potremo mai dimenticarci quello che hanno fatto per noi”. Karolina lo ripete una, due, tre volte. Ha in mano il cellulare sul quale sono registrate le “prove” di quel che racconta: “Guarda questo video che mi ha inviato mia madre mentre era in Romania”. Un minuto, forse poco più: Helena con le sue lunghe trecce bionde che le cadono sulle spalle, suona il pianoforte. C’è chi scatta una fotografia. A prendere la parola, quasi come fosse una preghiera di ringraziamento, sono le note musicali. Per un attimo sembra che la guerra non esista, che questa fuga sia una “gita” a casa di vecchi amici.

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