martedì 27 febbraio 2018

RENZI: suonato come un pugile al tappeto. 'Resto comunque attaccato alla poltrona'. Ma Berluska gli fa l'occhiolino. Scommettiamo?

“Io sono pronto a parlare di programmi, da qui a domenica. Non ci sarà nessun passo indietro e trovo sconcertante che tutto il tema della campagna elettorale sia quel che faccio io. Se pensate che passiamo l’ultima settimana a parlare del dopo, avete sbagliato destinatario“. Resterà segretario del Pd Matteo Renzi, a prescindere dal risultato delle urne di domenica. Parlando a Italia 18 su SkyTg24 chiarisce di non essere disposto a lasciare in caso di sconfitta del Partito democratico, che gli ultimi sondaggi prima dello stop davano sotto il 22%. Una percentuale al di sotto della ‘soglia Bersani’, ovvero sotto il 25% che il partito conquistò nel 2013, che segna anche un crollo verticale rispetto al risultato delle europee 2014, dove i dem erano arrivati al 40%

1 commento:

Forza Ndrangheta ha detto...



Aemilia, i giudici: “Qui ‘ndrangheta si muove in modo diverso. Il consigliere di Fi tassello essenziale dell’organizzazione”
Aemilia, i giudici: “Qui ‘ndrangheta si muove in modo diverso. Il consigliere di Fi tassello essenziale dell’organizzazione”

È un cambiamento genetico dell'associazione mafiosa quello che mettono nero su bianco i giudici della corte di Appello di Bologna, nelle motivazioni con cui avevano in gran parte confermato le decisioni del gup per 60 imputati giudicati il rito abbreviato. Tra le posizioni modificate c'era quella dell’ex consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani, prima assolto e poi condannato a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa

di F. Q. | 27 febbraio 2018
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Più informazioni su: 'ndrangheta, Processo Aemilia
Una sorta di borghesia mafiosa che diffondendosi nel Nord Italia ha mutato il proprio dna. Una piovra che si è talmente adattata al nuovo contesto da modificare i propri metodi. È un cambiamento genetico della ‘ndrangheta quello che mettono nero su bianco i giudici della corte di Appello di Bologna, nelle motivazioni della sentenza del processo Aemilia. Il 12 settembre 2017 i giudici del processo di secondo grado avevano in gran parte confermato le decisioni del gup per 60 imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Tra le posizioni modificate rispetto al primo grado c’è quella dell’ex consigliere comunale di Forza Italia a Reggio Emilia, Giuseppe Pagliani, prima assolto e poi condannato a quattro anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Per i giudici l’esponente del partito di Silvio Berlusconi “costituiva un tassello essenziale per l’esecuzione del programma criminale del sodalizio operante in Emilia cui forniva effettivamente e concretamente una cooperazione ben precisa, efficace e consapevole“. Pagliani, secondo la corte, “non solo conosceva parte significativa dei sodali, la caratura e caratteristica criminale dei medesimi e l’ideazione da parte degli stessi di un progetto di attacco politico-mediatico alle massime autorità locali”, ma “aveva dato il proprio assenso al programma” che prevedeva “di ribellarsi” contro le interdittive emanate nei loro confronti dal prefetto, “contribuendo efficacemente per la propria parte a sdoganare pubblicamente la tesi del gruppo