giovedì 22 febbraio 2024

La protesta a Nottola


 

“Fino a quando la sola volontà dei professionisti potrà garantire gli standard qualitativi attuali? Molto lavoro è svolto in orario volontario aggiuntivo, cosa succederebbe se i professionisti decidessero di dire basta? La Regione non può più temporeggiare, deve pronunciarsi in maniera chiara su quegli Ospedali che svolgono un’azione di governo della media complessità in territori vasti e affatto distanti dagli hub di secondo livello e dai riferimenti provinciali”. La segreteria aziendale di Anaao affonda la lama e dichiara che lo stato di agitazione è questione di giorni, e lo fa partendo da un segnale positivo, un messaggio di gratitudine ed encomio pubblicata sui giornali nei scorsi giorni da parte di un paziente che sottolineava la qualità delle professionalità operanti presso il presidio di Nottola. “Tante pacche sulle spalle e pochi fatti – evidenzia Anaao -, prendiamo atto che ad oggi non sono ancora pervenute risposte chiare circa il disagio lavorativo nel quale tali professionalità operano.

La carenza di professionisti è la manifestazione più evidente del disagio a cui abbiamo accennato, dovuto ad un elevato tasso di pendolarismo, a turni in eccesso per la necessità di assicurare la continuità dei servizi e ad una difficoltà nell’allocazione di investimenti atti a garantire il mantenimento di un adeguato appeal professionale. Tale disagio è ribadito dal crescente numero di disponibilità alla mobilità verso altre strutture documentabile tra i professionisti, oltreché dallo scarso reclutamento di giovani dirigenti, soprattutto in alcune discipline

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bravi, ma chi comanda l'ospedale? lo vogliono ridurre a un amnbulatorio ?

Anonimo ha detto...

Troppa gente a Piazzale Rosselli e pochi al lavoro con i pazienti in prima linea. Tantissimi impiegati e pochi infermieri, così i degenti si trovano in difficoltà, disorientati. In un ospedale servirebbe più personale per seguire i pazienti, invece aumentano le scrivanie e spariscono coloro che lavorano nelle corsie a diretto contatto con la sofferenza. La sanità è un gigante dai piedi di argilla che rischia di franare se manca o è insufficiente l'assistenza. Si aggiusta secondo legge l'apparato antincendio, ma si dimentica che i letti degli ammalati sono scadenti, obsoleti e procurano mal di schiena. Oggi non si usano i parcheggi interni per una ristrutturazione, ma fuori c'è una situazione di disagio infinito di chi lavora in ospedale. Pensate dunque a chi è in 'prima' linea nei reparti prima di tutto,che sono arrivati al limite, perchè è lì che arriva chi ha bisogno !